Venezia, opere d'arte marciana in formato digitale

meraviglie venezia_fotografiaHa preso avvio nelle scorse settimane il progetto “Meraviglie di Venezia: tesori sacri e profani nell’area di San Marco”, che è stato presentato oggi (16 ottobre 2013) nella Sala Convegni di Sant’Apollonia a Venezia. Si tratta di un imponente intervento di valorizzazione culturale che, utilizzando strumenti multimediali, riprese fotografiche ad altissima qualità finalizzate alla rappresentazione tridimensionale e virtual tour, sta interessando circa 400 opere storico-artistiche di rilevanza mondiale.

Una volta concluso, darà vita al primo museo virtuale di così notevoli dimensioni per numero di beni in Italia, fruibile grazie a internet da pc, tablet e smartphone. Per la Regione è intervenuta la dirigente Clara Peranetti che ha portato il saluto del vicepresidente della giunta regionale e assessore alla cultura Marino Zorzato. Erano presenti Irene Favaretto Procuratore di San Marco e responsabile scientifico del progetto per la Procuratoria; Giovanna Damiani Soprintendente Speciale per il Patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Venezia e dei comuni della Gronda lagunare; e Maurizio Messina direttore della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, insieme a Flavio Tariffi amministratore delegato della ditta Space Spa di Prato aggiudicataria del servizio.

Le riprese fotografiche e gli elaborati multimediali riguardano una serie cospicua di opere d’arte, uniche nel loro genere e dall’importante valenza storico-culturale, e alcuni ambienti e beni come quelli del Tesoro della Basilica di San Marco, lo Statuario pubblico della Serenissima, la Tribuna di Ca’ Grimani a Santa Maria Formosa e sedici “oggetti speciali” collocati all’esterno della Basilica, in Piazza San Marco e all’interno del cortile di Palazzo Ducale, fra i quali il gruppo dei Tetrarchi, i Cavalli di San Marco, il “Todaro” (San Teodoro) e il Leone. In particolare, la visita virtuale di quest’ultimo ambiente sarà arricchita dalla “decostruzione” del Leone alato posto sulla sommità della colonna: le tecnologie utilizzate nella rappresentazione tridimensionale consentiranno di distinguere i diversi restauri succedutisi nel tempo, ripercorrendo la storia e l’evoluzione iconografica del simbolo per antonomasia dell’antica Serenissima.

L’intervento – come ha ricordato Clara Peranetti - è realizzato nell’ambito di “Shared Culture - Progetto strategico per la conoscenza e la fruibilità del patrimonio condiviso”, finanziato attraverso il Programma europeo per la cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013.

 

Fonte: Giunta Regionale del Veneto

 

 

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