La lastra incisa di Saint-Bélec: un’antichissima mappa 3D ?

La lastra incisa di Saint-Bélec: un’antichissima mappa 3D ?
Dettaglio della lastra di Saint-Bélec. © D. Glicksman, Inrap

I ricercatori dell’Institut national de recherches archéologiques préventives (INRAP), quelli del Centre national de la recherche scientifique (CNRS) e i ricercatori delle università di Bournemouth e della Bretagna occidentale hanno esaminato una particolare lastra di pietra decorata, denominata di Saint-Bélec.  

Lo studio, pubblicato sulla rivista francese Bulletin de la Société préhistorique française, avrebbe identificato il manufatto come la più antica rappresentazione cartografica in Europa di un territorio conosciuto, probabile indicatore di potere politico della prima Età del Bronzo.

La lastra, spezzata, fu riutilizzata in una sepoltura di Saint-Bélec verso la fine della prima Età del bronzo. In quel periodo la lastra formava una delle pareti di una cista in pietra, una sorta di contenitore litico usato per contenere i corpi dei defunti. La sua faccia incisa era rivolta verso l’interno della tomba, le sue estremità erano nascoste. Il reperto, di colore grigio-blu, lungo 2,20 metri, largo 1,53 e dello spessore di 16 centimetri, catalogata come una lastra ornamentale in scisto, fu trasferita nel Castello di Kernuz a Pont-l'Abbé di Paul du Chatellier - utilizzato dallo studioso come residenza e museo privato - dove era rimasta fino al 1990. La collezione Chatellier fu poi acquisita dal Musée des Antiquités Nationales (MAN), al Castello di Saint-Germain-en-Laye, nel 1924. Fino agli anni ’90 la lastra di Saint-Bélec era conservata in una nicchia nel fossato del castello insieme ad altri elementi lapidari in alcove.

L’inventario della collezione Du Chatellier  degli anni 90 non comprendeva queste lastre incise il cui ricordo andrà più o meno perso fino al momento in cui verranno citate in un articolo di Renan Pollès, che le indicava ancora presenti al MAN. Con l'aiuto del curatore, Alain Villes e uno dei custodi del castello, la lastra è stata ritrovata in una cantina del castello (2014).

Esaminando più attentamente la superficie, i ricercatori sono arrivati a concludere che la topografia della lastra era stata modellata per rappresentare, in tre dimensioni, la valle del fiume Odet, che attraversa quasi tutta la Bretagna prima di sfociare nell'Oceano Atlantico. L'entità politica era al centro di tre sorgenti fluviali (l'Odet, le Isole e lo Ster Laer). «Trattandosi probabilmente di una mappa mentale - precisa lo studio - alcuni degli elementi rappresentati potrebbero essere sovradimensionati, mentre il loro posizionamento non è necessariamente proporzionale alle distanze che li separano». Il contesto storico-sociale è quello della cultura del tumulo armoricano, tipico della Bretagna e della Normandia, che nella sepoltura di guerrieri di alto rango «testimonia una forte gerarchia sociale e senza dubbio uno stretto controllo dell'economia».

Sono tre elementi, in particolare, a portare alla convinzione che si tratti di una mappa cartografica, spiegano all'Inrap: «Una composizione omogenea con incisioni identiche nella tecnica e nello stile, una ripetizione di motivi e una relazione spaziale tra i motivi stessi, ovvero una rete di linee». L'istituto francese ha messo a confronto la mappa con altri disegni del genere provenienti dalla preistoria europea quanto da popolazioni come i tuareg e gli aborigeni australiani.

 

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                                                            FIG. 1 - Lastra Saint-Bélec dettaglio di un motivo ovale, Denis Glicksman, Inra 

                                                                                                

             

Lo studio della lastra è stato condotto utilizzando fotografie, generali e dettagliate, con illuminazione obliqua e diversi metodi di rilevamento 3D (fotogrammetria, scansione 3D generale e ad alta definizione) per registrare la topografia superficiale della lastra a diverse scale e analizzare la morfologia, tecnologia e cronologia delle incisioni. Sono stati testati tre scanner 3D, uno dei quali ha permesso di avere una grande finezza di risoluzione delle incisioni.

 

 

 

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                                                                                   FIG. 4 -Lastra Saint-Bélec, diversi metodi di rilevamento.

                                                                                                                                         V. Lacombe -P. Stéphan

La scansione 3D di precisione ha permesso di mappare tutti gli stati della superficie e di ricostruire tutte le fasi di realizzazione. Inoltre ha dimostrato che una parte intera della lastra è stata trattata in bassorilievo da scultori dell'Età del Bronzo. Probabilmente c'era già una depressione: infatti alcune parti del bassorilievo, sono chiaramente instabili a causa delle incisioni, e altre parti sono ruvide o lisce in ragione della superficie originale. Questo è un elemento che s'incontra abbastanza frequentemente nelle rappresentazioni cartografiche preistoriche. Senza dubbio, è più facile per la mente umana rappresentare cose che sono in rilievo in tre dimensioni, e non in modo puramente planimetrico.

I motivi incisi sulla superficie sono relativamente uniformi e mostrano forme geometriche semplici: coppe rotonde e ovali; linee rette e curve; quadrati, cerchi e ovali. Il motivo centrale è una sorta di trapezio con bordi convessi da cui partono diverse linee rette che, complessivamente, disegnano un asse orizzontale e un asse verticale.

I quattro quarti così disegnati sono riempiti in modo più o meno denso con motivi differenti. Una delle particolarità della lastra Saint-Bélec è la sua superficie scolpita. Una cavità triangolare è stata scavata dal centro all'estremità sinistra, i bordi superiore e inferiore sono stati sagomati da due bassorilievi profondi, quello inferiore è stato diviso e cementato insieme in tempi recenti. Sebbene ci siano relativamente poche aree vuote sulla superficie decorata, c'è pochissima sovrapposizione dei motivi, tranne alle loro estremità. Pertanto, sembra che le fasi successive nella creazione del pannello non abbiano modificato in modo significativo la composizione complessiva, ma siano state piuttosto aggiunte in modo pianificato.

La caratteristica più spettacolare della lastra di Saint-Bélec è il suo disegno cartografico, che consiste in una composizione omogenea di motivi ripetuti, uniti da una serie di linee. I confronti con altre rappresentazioni simili della preistoria in Europa e in altre parti del mondo mostrano che sono comunemente considerate mappe topografiche in pianta, ipotesi ulteriormente supportata anche da dati etnografici. Un punto chiave è che gli incisori sembrano aver modificato il rilievo superficiale originale della lastra per creare la forma 3D desiderata che si confronta con la topografia del paesaggio circostante, l'alta valle del fiume Odet, dominata dal tumulo di Saint-Bélec. Inoltre, una serie di linee sembrano rappresentare una rete fluviale più estesa. Per testare questa ipotesi, gli studiosi hanno condotto diverse analisi di rete e di forma che confermano una buona corrispondenza tra le incisioni e la topografia, con risultati simili alle mappe etnografiche. Tali correlazioni hanno permesso  di georeferenziare la lastra di Saint-Bélec e farsi un'idea in scala del possibile territorio nello spazio rappresentato: un'area di ca. 30 km di lunghezza e 21 km di larghezza.

I motivi scolpiti potrebbero, inoltre, aver raffigurato insediamenti, tumuli, sistemi di campi e tracce della prima Età del bronzo. Età che in Bretagna è ben nota per le sue sepolture principesche, regolarmente distribuite nella Bretagna occidentale e che si presume riflettano i centri di territori consolidati.  

La lastra di Saint-Bélec, infine, sembrerebbe raffigurare il territorio di un’entità politica fortemente gerarchica, che esercitava un controllo serrato sulla zona nella prima Età del Bronzo, utilizzata come una sorta di planimetria catastale per la gestione censuaria e il controllo del territorio.

Fonte: Inarp.fr

 

 

 

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