Ricostruzione virtuale dei colossi del Faro di Alessandria

3d alessandriaUn recente studio di alcuni ricercatori francesi ha interessato i celebri Colossi del Faro d'Alessandria.


Molto spesso i monumenti antichi sono arrivati ai giorni nostri in frammenti multipli che non sempre possono essere assemblati tra loro, ma le moderne tecnologie offrono l'opportunità di ricostruire in maniera virtuale l'originale immagine di un antico monumento.

La mostra "Phares" aperta lo scorso marzo fino al prossimo 4 novembre presso il Museo Nazionale della Marina a Parigi rappresenta un esempio di "restauro virtuale" che ha permesso di far rivivere gli antichi colossi del Faro di Alessandria.

Le moderne tecniche di rilievo 3d e modellizzazione geometrica sono previste dal progetto di ricerca SeARCH (Acquisition semi-automatique 3D et réassemblage du patrimoine) dedicato allo studio del leggendario sito del Faro di Alessandria, una delle sette meraviglie del Mondo, noto per le sue enormi statue in pietra "colossi" che si affacciavano sul mediterraneo nell'antichità.

Il progetto ha permesso di unire competenze multidisciplinari mediante l'incontro tra archeologi ed esperti in modellazione digitale: Patrick Reuter, ricercatore all'Università di Bordeaux Segalen (LaBRI) ha collaborato con ESTIA Recherche, CEAlex, PFT3D Archéovision (CNR francese).
Le rovine del faro di Alessandria sono studiate da più di 18 anni da un gruppo di ricerca di archeologi, architetti e ingegneri del CEAlex  e dal 2009 archeologi e informatici hanno deciso di completare l’immagine degli antichi monumenti in maniera virtuale partendo dai resti presenti.
Il progetto ha quindi portato all'elaborazione di "copie digitali" delle famose statue in modo da "restaurare" in maniera virtuale le opere, ovviando al problema di frammenti mancanti che sono tuttora immersi nelle profondità del Mediterraneo e comprensibilmente erosi.

Lo studio è stata l’occasione per verificare come la ricostruzione 3D in archeologia è di supporto all’attività di studio e ricostruzione, permettendo di testare alcune ipotesi scientifiche. Le ricostruzioni tridimensionali hanno facilitato la riflessione e l’elaborazione di sintesi su un modello visivo, favorendo ai ricercatori la nascita di domande su come era in origine un monumento e come si è degradato nel tempo. Lo studio dei modelli ha quindi permesso uno scambio di idee e di riflessioni tra gli studiosi che vi hanno lavorato.

Chiaramente le nuove tecnologie non possono sostituire l'attività tradizionale degli archeologici, soprattutto quella sul terreno, ma introduce nuovi strumenti di supporto alla ricerca archeologica e alla conoscenza e valorizzazione dei monumenti antichi.

L'equipe che ha lavorato al progetto di ricostruzione 3D ha digitalizzato una quarantina di grossi frammenti di statue. Le tecniche di visualizzazione in 3D hanno accentuato i dettagli geometrici dei frammenti permettendo agli archeologi di studiare meglio gli oggetti e di ottenere informazioni difficilmente ottenibili ad occhio nudo.

SeARCH riesce a modelizzare anche le forze meccaniche che hanno agito su un oggetto nel corso del tempo per donargli il suo stato attuale, in modo tale da permettere di capire quale forza, con quale potenza e per quanto tempo ha deformato un oggetto e ricostruire così i fenomeni di distruzione o degrado del monumento stesso.


Fonte: www.inria.fr

Immagine: Studio di curvature, convessità e concavità a diversi livelli di dettaglio della statua di Iside resa in 3D. http://anr-search.labri.fr

Related Articles