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Nuove scoperte dalla Tomba del Tuffatore di Paestum

L’area archeologica di Paestum è tutt’oggi oggetto di progetti d’applicazione delle tecnologie archeometriche per lo studio e la conservazione dei beni culturali. Tra le ultime analisi vi sono quelle effettuate sulla Tomba del Tuffatore, che hanno rivelato nuove informazioni sulla produzione artistica dei suoi affreschi. La Tomba del Tuffatore, nota sin dal 1968, venne scoperta in una piccola necropoli a circa 1.5 km a sud della antica città di Paestum. Datata tra il 500 e il 470 a.C., è una tomba a cassa riccamente decorata: sulle pareti vennero dipinte delle scene di simposio, mentre sulla lastra di copertura era raffigurato un giovane tuffatore, da cui la tomba prende il nome. Queste pitture, realizzate con la tecnica dell’affresco, sono state oggetto di numerose ricerche, in particolare al fine di determinarne l’origine: mentre alcuni studiosi le hanno attribuite all’opera di pittori greci, altri hanno sottolineato la presenza di confronti e paralleli con l’arte etrusca o italica. Successive scoperte di altre tombe con pitture simili hanno rivelato anche una relazione con le tradizioni sepolcrali lucane.

In alto, dettaglio della lastra settentrionale della Tomba del Tuffatore fotografato normalmente (b) e fotografato con la luminescenza infrarossa indotta dal visibile (a). In basso, dettaglio della decorazione della Tomba 21 di Andriuolo (uno dei confronti per le analisi) fotografato normalmente (d) e fotografato con la luminescenza infrarossa indotta dal visibile (c).

Coronavirus: linee guida per la tutela e la conservazione del patrimonio culturale

L’Istituto Centrale per il Restauro ha recentemente aggiornato e reso disponibili sul sito di riferimento le linee guida per la prevenzione e il controllo del Covid-19 messe a punto dagli esperti della Fondazione in Salute e Confcultura. Queste ultime sono rivolte sia al personale addetto all’erogazione di servizi al pubblico, sia a visitatori e fruitori del servizio stesso.

Sensori wireless e soluzioni IoT per preservare il Patrimonio Culturale

Le soluzioni intelligentia dimostrano l’applicabilità di soluzioni IoT e di infrastrutture Cloud dedicate, nel supportare il monitoraggio di monumenti, opere d’arte ed in generale siti di rilevanza culturale in tutta Italia. Questi sono i risultati ottenuti dalla proficua collaborazione con Consulta Regionale per i Beni Culturali Ecclesiastici Piemonte e Valle d’Aosta e Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale.

Come Intelligentia crediamo fermamente che il nostro Patrimonio Culturale (Cultural Heritage) debba essere preservato per le generazioni future, in quanto impronta e dimostrazione dei progressi dell’umanità raggiunti nelle varie epoche. Con questa volontà abbiamo deciso di investire direttamente nel creare un ecosistema innovativo, interconnesso, sicuro, ed affidabile di monitoraggio per supportare il prezioso e magnifico lavoro che Venaria Reale compie tutti i giorni.

Grazie alle lezioni apprese negli scenari dell’Industrial IoT per il monitoraggio e controllo di macchinari remoti grazie al nostro inFactory Suite, abbiamo dimostrato l’applicabilità di una nuova classe di sensori wireless (basati su tramissioni radio a bassa frequenza) e di edge computers completamente progettati e prodotti da Intelligentia.

Grazie alla verticalizzazione di inFactory Suite per questo scenario, abbiamo consegnato al cliente una control room per visualizzare i dati geo-localizzati di ogni sensore ed i relativi allarmi. Ciascun sensore ha il proprio cruscotto e le proprie regole di reporting. I dati sono raccolti in modo spontaneo dai singoli sensori, quindi trasmessi al cloud per essere collezionati, aggregati, analizzati e quindi presentati come serie temporali o come KPI per le analisi degli esperti. Gli stessi dati sono poi disponibili per strumenti di analisi di terze parti.

Con questo ecosistema è possibile incrementare l’efficienza della restaurazione preventiva per asset strategici, con l’obiettivo di arrivare ad implementare un servizio di manutenzione predittiva sui beni culturali.

Con Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” e la Consulta Regionale per i Beni ecclesiastici del Piemonte e della Valle d'Aosta siamo desiderosi di introdurre queste pratiche e tecnologie ovunque si renda necessario, anche in altri siti culturali italiani ma anche di altre nazioni.

Se sei curioso sul come questo progetto possa aiutare a sviluppare questi benefici per la tua Area, Intelligentia e Venaria Reale saranno felici di supportare le tue iniziative per preservare intatto il patrimonio culturale nei secoli a venire.

Siti rilevanti dove questa tecnologia è attualmente utilizzata sono la Palazzina di Caccia di Supinigi e nelle prossime settimane la Reggia di Venaria, dove il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale” opera da diversi anni con protocolli di monitoraggio. Ulteriori siti saranno definiti nel contesto del progetto “Città e Cattedrali” e in quello della collaborazione tra il Centro di Conservazione e Restauro con la rete delle Residenze Sabaude e residenze storiche musealizzate italiane.

www.intelligentia.eu

Liberamente scaricabile il volume Progetto neu_ART. Studi e applicazioni Neutron and X-ray tomography and imaging for cultural heritage

La Fondazione Centro per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali "La Venaria Reale" (CCR) ha reso disponibile e liberamente scaricabile da qualche giorno sul proprio sito web l'importante volume "Il Progetto neu_ART. Studi e applicazioni Neutron and X-ray tomography and imaging for cultural heritage", a cura di Marco Nervo, edito da Editris Duemila, esaurito da tempo nella sua edizione cartacea del 2013. 

Partecipa al Cultur-ART HOME TOUR

Il Salone dell'Arte e del Restauro di Firenze lancia l'iniziativa Cultur-ART Home Tour invitando tutti gli italiani, studiosi e/o appassionati d'arte, a raccontare tramite un video come vivono questo particolare momento di difficoltà per l'Italia.

L'Intelligenza Artificiale e la pittura. Nuova luce su dipinti antichi e moderni.

Sino ad oggi l'imaging a raggi X, raggi ultravioletti e infrarossi è stato la principale tecnologia per analizzare immagini nascoste su vari supporti, a volte sotto strati di pittura nel caso dei dipinti, senza danneggiarli magari rivelando come spesso accade ripensamenti dell'artista o riutilizzi della tela. Ora questa tecnologia vede affacciarsi sul proscenio della ricerca un successore più potente: l'Intelligenza Artificiale, con il machine learning. Anche l'AI, come i raggi X, ci permette di andare oltre il visibile ma ancora di più, con risultati davvero sorprendenti. Lo dimostrano due recentissime applicazioni rispettivamente nel campo della critica artistica e in quello della conservazione. 

Dal coronavirus alla diagnostica dei dipinti: quando la tecnologia e il device fanno la differenza

Utilizzare una strategia molecolare per effettuare una rapida diagnosi dei contaminanti microbici su opere d'arte e manufatti storici. Gli organismi viventi lasciano tracce di DNA negli oggetti che colonizzano e contribuiscono al microbioma di un determinato ambiente. Il microbioma di oggetti culturali è un indicatore cruciale del loro stato di conservazione e della storia del loro restauro.

E questa la strada percorsa per studiare due dipinti ad olio su tela del XVIII e XIX secolo. da una equipe del Department für Biotechnologie (DBT) della Universität für Bodenkultur di Vienna e della Universität di Innsbruck (Guadalupe Piñar, Caroline Poyntner1, Ksenija Lopandic, Hakim Tafer, Katja Sterflinger).

La ricerca è stata pubblicata sul numero di marzo 2020 di International Biodeterioration & Biodegradation.

Un restauro italiano a Persepoli

Il restauro del Tripylon e della fronte a rilievo della Scala Sud dell’edificio del Tachara (fig,1), il Palazzo di Dario di Persepoli (Marvdasht, Iran), realizzato nel 2019 da alcuni membri di Restauratori Senza Frontiere Italia, tra gli altri Paolo Pastorello, Marisa Laurenzi Tabasso e Alessandra Morelli, ha incluso i bassorilievi con le teorie affrontate di guardiani e con i combattimenti tra il leone e il toro, figurazioni ricorrenti dell’arte persiana rese nel mondo tra le più celebri dalle illustrazioni dell’History of Art in Persia di Georges Perrot e Charles Chipiez (London, New York, 1892).