Lo scorso 20 giugno si è svolto all'Ambasciata italiana di Berlino l'incontro "Fra innovazione e tradizione: il restauro di due busti funerari da Palmira". L'appuntamento ha visto la partecipazione di relatori dell'ISCR e sono state mostrate le copie 3D ad alta tecnologia, ricostruite con restauro virtuale.
L’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro di Roma ha presentato presso l’Ambasciata d’Italia a Berlino l’intervento conservativo di due busti funerari provenienti dal sito archeologico di Palmira che, come molti dei reperti del Museo e l’intera città antica, sono stati gravemente danneggiati durante l’occupazione del sito da parte delle milizie Daesh. Le due sculture in altorilievo in calcare locale bianco, una femminile e una maschile, raffiguranti due personaggi appartenenti all’aristocrazia palmirense del II-III secolo d.C., furono colpite con particolare violenza al volto.
Dopo un viaggio rocambolesco, gli altorilievi sono arrivati in Italia per la mostra Rinascere dalle distruzioni. Ebla, Nimrud, Palmira, svoltasi al Colosseo nello scorso autunno. A mostra conclusa sono stati consegnati all’ISCR per l’intervento di restauro. Nel febbraio scorso, a intervento concluso, i due busti sono stati restituiti al Museo di Damasco (vedi la relazione dell'intervento di restauro).
L’obiettivo dell’ISCR è stato quello di recuperare l’unità formale delle opere e allo stesso tempo la loro qualità di testimonianza storica, che la furia iconoclasta di Daesh avrebbe voluto cancellare.
Dopo i saluti dell’Ambasciatore d’Italia a Berlino Pietro Benassi, il programma ha visto tre interventi di altrettanti esperti dell’ISCR, l’archeologa Maria Concetta Laurenti, che ha introdotto il progetto di restauro, la restauratrice Luciana Festa, che ha informato sulle fasi operative dell’intervento, e il restauratore Davide Fodaro che si è soffermato sulle esperienze che, a partire dal rilievo fotogrammetrico della statua del Marco Aurelio, l’Istituto ha maturato nel settore della tecnologia 3D.
I due busti di Palmira sono stati quindi presenti “virtualmente” nella prestigiosa sede diplomatica (gli originali sono infatti ormai rientrati in Siria) grazie alle copie in scala di entrambe le sculture e la copia in grandezza naturale della testa maschile, tutte realizzate con stampanti 3D.
Fonte: Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro