"Metodo scientifico ed innovazione tecnologica per la salvaguardia e recupero del patrimonio storico", con questo titolo è stato avviato il Convegno, promosso dal Comune di Ragusa con il Patrocinio dell’Unesco, della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del MiBAC, che dal 5 al 6 ottobre 2012 ha posto Ragusa Ibla al centro dell’attenzione degli operatori del settore della conservazione e del restauro.
Un ricco parterre di relatori provenienti dalla Pubblica Amministrazione e dal mondo accademico e professionale ha dato vita ad un confronto articolato e di alto livello contenutistico avente come argomento centrale quello della diagnosi dell’umidità da risalita, nonché la prevenzione e la risoluzione dei suoi effetti nelle strutture colpite da questa patologia.
La scelta della location non è stata casuale: Ragusa Ibla ha celebrato nel 2012 il decennale dell’inserimento, con il complesso del Val di Noto, tra i siti Unesco. Nell’ultimo anno, inoltre, proprio a Ragusa sono stati impiegati i metodi di intervento e le soluzioni tecnologiche innovative che hanno portato alla messa in sicurezza dal problema dell’umidità capillare diverse opere di immenso valore come la Cona del Gagini ospitata nel Duomo di S. Giorgio.
Introdotto dal Moderatore Prof. Fernando G. Alberti, direttore Centro di Ricerca CERMEC – Università Carlo Cattaneo LIUC Castellanza, è intervenuto per primo sul palco il Dott. Raymond Bondin, Ambasciatore e Delegato Permanente di Malta per l’Unesco, il quale ha incentrato il suo intervento sul concetto di “historic urban landscape”, ovvero sul superamento della classica visione della conservazione fine a se stessa a vantaggio di una contestualizzazione del monumento che può essere meglio valorizzato se considerato nel suo ambito storico e paesaggistico. In quest’ottica assume grande importanza il concetto di conservazione preventiva e programmata quale “chiave di volta” per l’ottimizzazione delle risorse e per il mantenimento nel tempo dei risultati degli interventi di restauro.
L’Arch. Guido Roche, massimo esperto di tecniche termografiche applicate all’edilizia (nonché docente presso la Libera Università di Bolzano, Facoltà di Scienze e Tecnologie) ha introdotto il primo argomento tecnico del Convegno descrivendo la termografia e la sua efficacia nella fase diagnostica per l’individuazione e la valutazione qualitativa della presenza di umidità capillare. Nell’ambito dei beni culturali, la tecnica termografica è da preferirsi in quanto completamente non invasiva ed in grado di fornire un dato preciso riguardo la distribuzione superficiale dell’acqua, il tutto su superfici vaste in modo speditivo. Utilizzando la termografia in sinergia con prove ponderali mirate ed in abbinamento a rilievi microclimatici si ottiene il massimo della precisione nell’individuazione e quantificazione dell’umidità.
Un approfondimento scientifico sul fenomeno della risalita capillare e la presentazione della tecnologia a neutralizzazione di carica utilizzata nei siti di Ragusa (ed in altri edifici oggetto di relazione successiva) sono stati affidati a Michele Rossetto, Ingegnere e Direttore Tecnico del Gruppo Leonardo Solutions – Domodry. La patologia dell’umidità da risalita capillare è stata analizzata dal punto di vista macroscopico ma soprattutto da quello microscopico, così da rivelare il principio fisico che sta all’origine dell’ascesa dell’acqua all’interno delle micro-fessure (capillari) presenti nei materiali da costruzione: la carica elettrostatica negativa naturale presente sulle pareti dei capillari esercita un’attrazione elettrica nei confronti delle molecole (dipoli) d’acqua (principio noto come “doppio strato di Helmoltz”). Questo fenomeno, unito alla tensione superficiale dell’acqua al contatto con le pareti dei capillari (postulata nella “legge di Jurin”) e all’evaporazione sulla superficie del muro, determina la risalita dell’acqua stessa all’interno della struttura in un ciclo continuo e ininterrotto. (*)
Lo sviluppo della tecnologia a neutralizzazione di carica parte dall’analisi di studi avanzati in campo nanotecnologico, con particolare riguardo alle caratteristiche chimiche ed elettromagnetiche dell’acqua (elettro-capillarità ed electrowetting) ed al comportamento di fluidi conduttori (soluzioni saline) all’interno di nano-tubi. Una volta individuati i fattori all’origine della risalita (la tensione superficiale al contatto acqua-muratura ed il potenziale elettrico differenziale del flusso capillare) è stato possibile realizzare un dispositivo la cui funzione è quella di generare deboli onde elettromagnetiche impulsive, opportunamente modulate in un definito range di frequenze, totalmente innocue per l’organismo umano, il cui effetto risultante all’interno dei capillari della muratura è in definitiva quello di neutralizzare entrambi i fattori.
La grande rilevanza del metodo è confermata dal fatto che dopo quasi un decennio di applicazioni e risultati validati dalle sperimentazioni scientifiche condotte sul campo, oggi la tecnologia elettrofisica a neutralizzazione di carica rappresenta finalmente, nelle mani degli operatori del settore “conservazione e restauro”, un indispensabile strumento “a impatto zero” per la prevenzione e la definitiva risoluzione di un problema – quello della risalita capillare – prima non risolvibile con i metodi d’intervento tradizionali.
(*) Per una spiegazione più approfondita dei principi di funzionamento della tecnologia elettrofisica a neutralizzazione di carica, si rimanda alla documentazione tecnica e scientifica che può essere richiesta gratuitamente a Leonardo Solutions Srl – www.leonardosolutions.it
Davide Mauri, Domodry S.r.l. - Leonardo Solutions S.r.l.
Continua nel prossimo numero di Archeomatica