Nuove applicazioni di tecnologie di telerilevamento su siti esposti a rischi geologici

figura remote sensingFrane, smottamenti, crolli di roccia e più in generale cedimenti strutturali in conseguenza delle interazioni con il substrato geologico di fondazione sono spesso causa di degrado e instabilità di monumenti e siti archeologici in ambienti urbani e rurali. 

Le moderne tecnologie di telerilevamento, quali il laser scanning terrestre e l’interferometria radar da satellite e con strumentazione basata a terra, possono in questo senso essere strumenti diagnostici utili per l’individuazione e la caratterizzazione di processi di instabilità, il monitoraggio nel tempo degli effetti sulla conservazione e la prevenzione di danni irreversibili alle strutture e ai manufatti antichi esposti.


Prospettive promettenti dall’uso del telerilevamento emergono dalle ricerche svolte dal Dott. Deodato Tapete sotto la supervisione del Prof. Nicola Casagli e il Dott. Riccardo Fanti, Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Firenze, nell’ambito del progetto di dottorato di ricerca Integration of monitoring techniques for the assessment of geohazards and structural instability in cultural heritage sites, i cui risultati sono stati recentemente pubblicati in riviste scientifiche internazionali del settore. 

Le sperimentazioni, svolte nel quadro di progetti nazionali e internazionali in collaborazione con gli enti competenti preposti alla tutela e alla conservazione del patrimonio culturale, hanno permesso di verificare le potenzialità applicative delle tecnologie testate e i benefici conseguibili ai fini della pianificazione di interventi di restauro e programmi di manutenzione. 

Monitoraggi basati sull’elaborazione multi-interferogramma di archivi di immagini radar satellitari consentono attività di diagnostica preventiva e allertamento allo stadio precoce (early-stage warning) su ampie aree di indagine con ricostruzione multitemporale delle deformazioni strutturali e del terreno. E’ possibile pertanto pervenire a mappature di dettaglio dei settori di un complesso monumentale o sito archeologico a rischio, per i quali prevedere l’esecuzione di consolidamenti strutturali e mirati interventi di mitigazione. In tal senso l’applicazione innovativa condotta sull’area archeologica del Colle Palatino e Foro Romano a Roma mediante elaborazione Persistent Scatterer Interferometry di immagini satellitari acquisite nei periodi 1992-2000 e 2003-2009 ha evidenziato il perdurare di criticità conservative nel settore S-SO della collina, a fronte di una stabilizzazione in corrispondenza del settore N-NO, suggerendo in questo secondo caso un effetto benefico degli interventi di restauro e consolidamento effettuati negli ultimi anni dalla Soprintendenza. Per l’antistante Colle Oppio, il monitoraggio a ritroso (back monitoring) delle deformazioni del terrapieno soprastante la Domus Aurea per il periodo 2003-2010 ha contribuito a chiarire la natura dell’evento di crollo avvenuto nel 2010 e ad accertare la presenza di instabilità strutturali per alcune delle strutture esposte delle Terme di Traiano.

remote sensing

Nella sua configurazione terrestre, l’interferometria radar può essere integrata con rilievi laser scanner terrestre per monitorare in tempo reale la stabilità strutturale di singoli edifici o gruppi di monumenti e attivare procedure di allertamento rapido (early warning) in caso di occorrenza di deformazioni. Questo approccio è stato messo a punto e testato per la prima volta per il monitoraggio delle deformazioni della Domus Tiberiana nel Foro Romano, complesso monumentale soggetto sin da epoca storica a instabilità del terreno di fondazione. Le rilevazioni di circa un anno mediante monitoraggio 24/7 con aggiornamento costante delle serie temporali di deformazione e delle mappe di spostamento cumulato hanno dimostrato le potenzialità della tecnologia radar da terra per finalità di sorveglianza e presidio, in virtù anche della possibilità di identificare con elevata precisione gli elementi strutturali in movimento rispetto a quelli stabili grazie al supporto geometrico del laser scanner 3D.

 

Fonte: Deodato Tapete, Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Firenze. 

 

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