Alla ricerca della Battaglia di Anghiari

E' iniziata domenica scorsa, 27 novembre una seconda fase delle indagini diagnostiche del progetto di ricerca della "Battaglia di Anghiari" nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio a Firenze.

Il progetto é condotto dalla National Geographic Society e dal Center of Interdisciplinary Science for Art, Architecture and Archaeology (CISA3) dell'Università della California San Diego in collaborazione con il Comune di Firenze. La ricerca scientifica é gestita da Maurizio Seracini della Editech di Firenze ed é stata possibile grazie alla Soprintendenza dei beni artistici e architettonici e all'Opificio delle Pietre Dure. Essa si propone di ricercare il famoso capolavoro di Leonardo da Vinci forse nascosto sotto gli affreschi del Vasari.

L'opera fu realizzata da Leonardo su commissione del Gonfaloniere Piero Soderini, per commemorare la battaglia del 1440 nella piana di Anghiari e celebrare in questo modo la Repubblica Fiorentina. Durante il suo soggiorno fiorentino tra il 1503 e il 1505, Leonardo decise di sperimentare una tecnica pittorica molto particolare: quella dell'encausto, difficilmente applicabile su pareti di grandi dimensioni, in quanto richiedeva l'accensione di una fonte di calore piuttosto grande per poter lavorare la cera applicata come legante dei pigmenti. In realtà non tutti gli studiosi concordano con quest'affermazione, suggerendo l'uso di un legante oleoso e/o resinoso, comunque rari nella pittura parietale dell'epoca.

La Battaglia di Anghiari di Leonardo é quindi considerata un'opera fondamentale della produzione dell'artista, soprattuto per la rappresentazione della guerra come corpi in movimento in un turbine vorticoso.

Dopo circa cinquant'anni il dipinto é stato successivamente rimosso o nascosto da Giorgio Vasari per lasciare spazio ai suoi affreschi che possiamo ammirare tutt'oggi. La testimonianza dell'esistenza in passato dell'opera di Leonardo é finora stata possibile grazie ai disegni preparatori di Leonardo stesso e a quelli lasciati da alcuni artisti che hanno potuto ammirarne la bellezza durante il periodo del suo mantenimento. Tra questi il più celebre é quello realizzato da Rubens.

Da diversi anni si indaga sulle pareti del Salone dei Cinquecento alla ricerca degli antichi dipinti mediante l'ausilio di tecnologie più o meno sofisticate, partendo da un possibile suggerimento scritto dallo stesso Vasari in un affresco dedicato alla Vittoria di Cosimo I a Marciano in val di Chiana dove una bandiera dipinta reca scritto "Cerca trova". In effetti anche gli storici dell'arte si domandano ancora oggi se Vasari avesse veramente voluto eliminare un'opera di un'artista che lui stesso considerava un maestro, senza preservarla in qualche modo.

In una prima fase del progetto sulle pareti del Salone dei Cinquecento e gli affreschi del Vasari sono state utilizzate tecnologie all'avanguardia come scanner radar ad alta frequenza, analisi spettrali e modellazioni 3d. In questa seconda fase é stato utilizzato un endoscopio in modo tale da poter verificare se vi é traccia della famosa opera. Utilizzando la presenza di stuccature e fessure naturali del muro é stata verificata la presenza di un'intercapedine, già trovata con il radar, e ora si tratterò di verificare l'eventuale presenza del famoso dipinto, ovvero dell'intonaco originale sul quale Leonardo stese i colori.

Nonostante alcuni problemi avuti con la soprintendenza riguardo la necessità di creare buchi sulle pareti per poter far entrare la sonda endoscopica e il recente appello di storici dell'arte ed esperti preoccupati per la salute degli affreschi del Vasari, i lavori sono andati a buon fine e ora si provvede a raccogliere e analizzare i dati raccolti. L'attività sarà oggetto di un documentario e di un reportage da parte del National Geographic da metà gennaio 2012.

Per ulteriori informazioni sul progetto: http://www.nationalgeographic.com//anghiari/

Foto: La Battaglia di Anghiari disegnata da Rubens (in alto) e particolare del "Cerca Trova" sull'affresco del Vasari (in basso).

 

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