Realtà virtuale, riprese a 360° e migrazione: questi gli atout di No Borders, primo documentario italiano in Realtà Virtuale, diretto da Haider Rashid che esplora la crisi dei migranti in Italia avvalendosi della partnership tecnologica di ETT S.p.A. e di cui Elio Germano è narratore ed intervistatore. Documentando l’esperienza dei volontari e degli spazi autogestiti dedicati all’accoglienza, il film si muove tra il Centro Baobab di Roma - dove molti migranti che transitano per la capitale si fermano nel loro tragitto verso nord - ed il presidio No Borders di Ventimiglia, città di frontiera diventata ormai simbolo dell’emergenza migranti e della lotta contro la chiusura delle frontiere.
Alle Giornate degli Autori a Venezia tutto questo è stato vissuto sabato 3 settembre indossando i visori che hanno permesso ai visitatori di guardare da vicino la realtà dei migranti, interagendo con essa in un modo mai sperimentato prima.
Il documentario è stato infatti presentato al pubblico in uno spazio VR, allestito da ETT, appositamente per la fruizione collettiva di questa particolare produzione cinematografica. Lo spettatore è stato fatto accomodare su una poltrona girevole e, attraverso uno speciale visore (samsung GearVr), ha potuto apprezzare l'azione a 360 gradi. Tutti i 10 visori VR sono stato gestiti e sincronizzati da uno speciale software, per conservare e valorizzare la dimensione collettiva dell'esperienza cinematografica.
No Borders si propone di documentare l'esperienza del passaggio dei migranti in Italia, utilizzato, nella maggior parte dei casi, come territorio di transito e breve sosta in vista di un viaggio verso il nord Europa. Il documentario si contraddistingue grazie all'immersività della realtà virtuale, che consiste nella realizzazione di un video a 360°, che permette di raccontare l'esperienza della cosiddetta "emergenza immigrazione" portando lo spettatore all'interno dei luoghi di passaggio e sosta dei migranti, dandogli la possibilità di esplorare gli spazi grazie all’utilizzo di un visore. Elio Germano, attore, rapper ed attivista sociale, fa da narratore in questo percorso di scoperta, cercando di andare oltre alla propaganda politica di sfruttamento del fenomeno migratorio, per riuscire ad esporre le ragioni profonde che spingono centinaia di migliaia di donne e uomini a sfidare la morte pur di abbandonare guerre e miserie.
Il documentario è stato in parte girato la scorsa estate presso il Centro Baobab di Roma - sgomberato nel dicembre 2015 dalle forze dell'ordine - esempio di centro di accoglienza autogestito dai cittadini romani, da cui sono passati numerosi migranti. Le riprese si sono poi spostate al presidio No Borders di Ventimiglia - anch'esso sgomberato dopo alcuni mesi di attività - in cui i migranti venivano accolti negli ultimi giorni di viaggio sul territorio italiano, prima del tentativo di superamento del confine francese. Il progetto, prodotto da Gruppo Cadini, Radical Plans e Gold (azienda attiva nel settore del marketing non convenzionale e della moda) ha ricevuto il supporto del bando MigrArti del MiBACT e concorrerà anche al premio MigrArti indetto dal Ministero in collaborazione con la Biennale.
Fonte: ETT Spa (www.ettsolutions.com)