Presentato a Roma il progetto ARIADNE per la gestione dei dati archeologici

ariadne convegnoHa un nome evocativo e mitologico il progetto europeo “Ariadne” (Advanced Research Infrastructure for Archaeological Dataset Networking in Europe), coordinato dal  Laboratorio Servizi Didattici e Scientifici (Pin) dell’Università di Firenze in collaborazione con l'Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche italiane (ICCU).

Il lancio di Ariadne è avvenuto il 7 febbraio, presso la Biblioteca Nazionale centrale di Roma, introdotto da Antonia Pasqua Recchia, segretario generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC), Luigi Malnati, direttore generale per le Antichità, Rossella Caffo, direttore ICCU; Maria Rosaria Barbera, soprintendente ai  Beni Archeologici di Roma, e con le relazioni tecniche di Maria Theofilatou, Commissione Europea, Franco Niccolucci, coordinatore del progetto, Julian Richards di Archaeological Data Service, Peter Biehl, membro del comitato esecutivo  dell’associazione europea degli archeologi; Tobias Blanke, membro del consiglio di amministrazione di Dariah, Conny Kristel, direttore di Eheri, e Jennifer Edmond, coordinatore di Cendari.

L’obiettivo di Ariadne è la creazione di un’infrastruttura europea di dati archeologici che consenta a studiosi ed esperti del settore di accedere a molteplici banche dati attraverso un’unica interfaccia: «Il valore della conoscenza come strumento per la tutela del patrimonio, è un concetto ormai acquisito», ha spiegato Pasqua Recchia, «e questo valore è ancora più elevato nel campo dei beni archeologici, ancora troppo costituito da pezzi staccati di conoscenza che devono essere aggregati». «La condivisione di dati», ha aggiunto il segretario generale del Mibac, «significa valorizzare un patrimonio di open data di altissimo valore per far crescere la ricerca e permettere la realizzazione di  nuove applicazioni». Il MiBAC in questo contesto assume un ruolo importante ovvero «non è solo un fornitore di dati e un beneficiario ultimo, bensì un partner fondamentale nella fornitura di contributi tecnico-scientifici di qualità», ha concluso Pasqua Recchia.

Ariadne è un filo rosso che relaziona dati non coordinati tra di loro, facendo entrare l’archeologia nel mondo dell’e-science, la scienza virtuale basata sull’analisi integrata dei dati ottenuti sperimentalmente, sul campo e di quelli digitali. Come ha spiegato Rossella Caffo, «progetti come questo nascono sulla base di esigenze reali espresse da istituzioni e paesi. Per questo gli obiettivi nazionali di Ariadne si saldano con quelli europei». 

È prevista, inoltre, una collaborazione con Europeana, la biblioteca digitale europea, per rendere progressivamente più accessibile il patrimonio documentario prodotto dalla ricerca archeologica nei vari paesi. «Lo scopo di Ariadne è quello di rendere interoperabili dati archeologici già esistenti attraverso una infrastruttura», ha sottolinea ancora Caffo, «ciò lo connette a livello operativo e strategico con il progetto coordinato dall’Iccu “Digital Cultural Heritage Roadmap for Preservation” (Dch-Rp), gestione di infrastrutture digitali al servizio degli istituti culturali: si tratta del coordinamento, integrazione e preservation delle grandi masse di dati prodotti dalle istituzioni culturali».

Con l'Iccu come partner italiano, Il gruppo di lavoro che, per l'Italia, partecipa al progetto è costituito dalla Direzione Generale per le Antichità, dall'Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia Romagna, dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Molise, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Umbria, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e Oristano, dalla Soprintendenza speciale per i Beni Archeologici di Roma, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Abruzzo, dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo della Antichità Egizie, dall'Università di Macerata.

 

Fonte: Istituto Centrale per il Catalogo Unico (ICCU)

 

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