Un robot per esplorare aree archeologiche difficilmente accessibili

Esplorazione presso le Catacombe di Priscilla, Roma
Rovina Project

La tecnologia digitale è spesso usata per documentare e tracciare una mappa del nostro patrimonio culturale, rendendo possibili ad esempio ricerche, interventi di conservazione e un maggiore accesso pubblico a siti di interesse archeologico. La maggior parte delle tecniche attuali prevede che delle persone entrino in queste aree per fotografarle usando tecnologie come il laser scanner 3D. Questa tecnologia è adatta per molti siti, ma non per tutti.

Il progetto ROVINA ha cercato di affrontare questa limitazione usando dei progressi nella tecnologia della robotica autonoma, che può arrivare in luoghi difficili o pericolosi da raggiungere, come ad esempio tunnel o miniere. I robot possono farsi strada ed esplorare, costruire modelli 3D testurizzati (inclusa un’interpretazione semantica) e ritornare a casa da soli. ROVINA si proponeva di sviluppare ulteriormente i progressi compiuti nella mappatura digitale robotica migliorando precisione, affidabilità ed autonomia.

 

Costruire un sistema robotico completamente nuovo

Per ottenere ua robusta mappatura in modo autonomo e con una rappresentazione realistica, ecc. il team di ROVINA ha dovuto creare un sistema robotico completamente nuovo. Come spiega il coordinatore del progetto, il professor Cyrill Stachniss, “Le nostre tecniche sono all’avanguardia della ricerca nel campo della robotica, visione artificiale e fotogrammetria”. ROVINA ha dovuto affrontare parecchie sfide. Ad esempio, in aggiunta a un terreno spesso impervio, la tecnologia di scansione ha incontrato delle barriere nell’interpretazione della scena, come ad esempio la scarsa illuminazione. Inoltre, la situazione è stata ulteriormente complicata da limiti nella comunicazione con il robot che hanno compromesso la teleoperazione e la supervisione umana.

Per affrontare questi ostacoli ROVINA ha fatto ricorso alle specializzazioni di un team variegato con competenze nei settori della conservazione digitale, robot autonomi e in rete, ricostruzione e mappatura 3D, rilevamento oggetti e apprendimento online, visione e percezione, analisi semantica e progettazione dell’interfaccia utente. Per integrare le varie specializzazioni, il progetto è andato avanti usando una progettazione modulare del software, laddove ogni modulo che eseguiva un compito specifico interagiva mediante un’interfaccia middleware. Periodicamente, i moduli sono stati integrati e testati in differenti siti del patrimonio culturale.

Il progetto ha sviluppato un prototipo che è stato in grado di esplorare le catacombe di Roma e Napoli. Il lavoro ha messo a punto delle interfacce utente intuitive e flessibili per l’interazione con i robot a distanza, a dispetto dei luoghi complessi e imprevedibili che vengono esplorati. La facilità di utilizzo è stato un risultato importante del progetto visto che i probabili utenti finali varieranno, e comprenderanno storici, archeologi, ingegneri edili e persino potenzialmente turisti virtuali.

Il prototipo ha inoltre dimostrato una maggiore autonomia e affidabilità, con la capacità di eseguire un’analisi più accurata della possibilità di superamento, portando quindi a una migliore navigazione. L’elaborazione dei dati sensoriali per la navigazione ha inoltre facilitato le informazioni semantiche, come ad esempio l’identificazione di reperti interessanti.

 

Ulteriori informazioni su CORDIS

Sito web del progetto: www.rovina-project.eu

 

Fonte: CORDIS

Related Articles