Nel mondo delle Tecnologie Applicate ai Beni Culturali - dal 4 al 6 Novembre - tra tavole rotonde, conferenze, workshop e sessioni poster ha preso vita al Rathaus (Palazzo comunale della Città di Vienna) la Conferenza Cultural Heritage and New Technologies – CHNT 29. Un appuntamento dal sapore storico, visto anche lo sfarzo degli ambienti del Rathaus, e artistico nel settore dei Beni Culturali e delle nuove tecnologie che da quasi trent’anni riunisce la comunità che si occupa del binomio Tecnologie e Beni Culturali.
Archeomatica ha partecipato con vivo interesse siglando una media partnership esclusiva con gli organizzatori dell’evento e diffondendo ai partecipanti (studiosi, ricercatori, professionisti ed appassionati) l’ultimo numero della rivista Archeomatica “Towards a New Archaeology?” (Archeomatica 3 – 2024) molto apprezzata dai partecipanti.
Sebbene il titolo possa sembrare piuttosto altisonante, sembra proprio che l’archeologia stia vivendo un periodo di rinnovato interesse e che la comunità attorno a tale disciplina è assai in fermento per l’impulso che giunge dalle nuove tecnologie in questo settore. Infatti, pare che quanto concerne lo studio dell’antico, abbia sempre meno a che fare con il passato, ma che sia sempre più ‘dipendente’ e rivolto verso il nuovo, la tecnologia, il futuro. Il legame tra Beni Culturali e Tecnologie apre ad una fase di transizione e trasformazione significativa: nuovi promettenti scenari si palesano all’orizzonte come ampiamente dimostrato dalle recenti scoperte di siti archeologici tramite droni, Lidar, satelliti o algoritmi di AI addestrati su immagini satellitari capaci di individuare, proprio grazie all’intelligenza artificale, in modo autonomo e sommariamente automatico, ma anche grazie all’ausilio dell’expertise umana, lineamenti di strutture urbane e fortificazioni nel terreno. Ed è proprio di questo legame che si è parlato durante CHNT 29 a Vienna e di come applicare tali tecnologie al contesto dei Beni Culturali.
Beni Culturali: il nuovo futuro delle nuove tecnologie
In un'epoca in cui gli algoritmi semi-intelligenti minacciano di sostituire numerose professioni, gli individui devono adattare le proprie competenze per rimanere rilevanti in un panorama in continua evoluzione. Questo cambiamento, da tempo evidente nella produzione, è destinato a influenzare diversi campi tra cui medicina, trasporti, edilizia, archiviazione ed oltre. Per evitare di essere soppiantati dall'intelligenza artificiale (IA), i professionisti devono aumentare le proprie capacità, enfatizzando le competenze specialistiche e massimizzando al contempo i vantaggi della tecnologia.
Durante la conferenza si è affrontato questo tema con viva partecipazione dei presenti ravvivando il confronto sull'innovazione, il networking e la coltivazione di idee proiettate in un futuro dove l’AI potrebbe sopperire a molte attività svolte oggi dall’essere umano e si è discusso del ruolo, non solo economico commerciale, ma anche etico che gli utilizzatori di questa tecnologia dovrebbero considerare insieme ai rischi ad essa associati. Non si è parlato di retrospezione, bensì di tecnologie e del futuro delle tecnologie, analizzando l’impatto che le tecnologie emergenti avranno sul patrimonio culturale. Moltissime le domande a cui si è cercato di rispondere durante la conferenza sull’evoluzione e sulle sfide emergenti, sugli strumenti come i servizi di cloud computing, l’archiviazione di dati globalizzata per la ricerca e la conservazione, ma anche sul ruolo del rilievo digitale o, meglio, dei modelli digitiali e che uso se ne potrà fare, dei metodi di fotogrammetria e di scansione laser e di come saranno usati sia a livello di business che educativo.
In questa ottica si è cercato di rispondere a molte domande e di valutare il valore duraturo del patrimonio culturale in mezzo a questi paradigmi in evoluzione.