Nuove indagini spettroscopiche su violini di Stradivari

Il prof. Marco Malagodi, ricercatore al Dipartimento di Chimica dell'Università di Pavia ed esperto in diagnostica applicata ai beni culturali, ha recentemente reso noto, attraverso un articolo del Journal of Applied Physics di giugno, i risultati delle indagini spettroscopiche compiute su un originale Stradivari. Dato l'estremo valore degli strumenti realizzati dal popolare liutaio cremonese, le uniche tecniche d'indagine finora applicate sono state l'XRF (Fluorescenza a Raggi X) e la spettroscopia IR.

Trattasi di analisi preliminari assolutamente non invasive e non distruttive, attraverso le quali sono state accuratamente studiati i materiali e le tecniche di decorazione del piano armonico dello strumento; il duplice scopo è stato quello di verificare se la lavorazione ad intarsio della tavola, possa o meno avere delle conseguenze sull'acustica caratteristica di questi violini e appurare la validità delle tecniche analitiche scelte per affrontare questo tipo di ricerca.

Tra le varie caratteristiche strutturali e decorative dello strumento, sono state esaminate le porzioni scure degli intarsi, composte da una "pasta" a granulometria molto sottile di ebano e colla animale; altre decorazioni sono state, invece, ottenute con inchiostro ferro-gallico. Nessuna traccia pertinente alla vernice originale applicata sullo strumento, probabilmente a causa di un passato intervento di restauro.

Grazie alle informazioni fin'ora ottenute attraverso le indagini diagnostiche, è stata realizzata una copia esatta della tavola armonica ma l'obiettivo per il futuro è quello di ricostruire un violino nella sua interezza, utilizzando le stesse essenze legnose e gli altri materiali degli Stradivari originali. Non si tratta di un'operazione fine a sé stessa ma di un metodo per studiare l’influenza che hanno i trattamenti e le decorazioni sull’acustica.

Il 14 settembre 2013 a Cremona sarà inaugurato il Museo del Violino dove due team dell’Università di Pavia e del Politecnico di Milano proseguiranno per almeno tre anni questa affascinante ricerca.

 

Fonte: La Repubblica; Università di Pavia

 

 

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