All Stories

Gestire e salvaguardare i rischi del Patrimonio Culturale

Il Progetto Strategico FIRESPILL https://www.italy-croatia.eu/web/firespill è finanziato dal programma Interregionale Italia – Croazia con un budget complessivo di € 16.492.800 e punta a rendere più efficaci i sistemi di gestione delle emergenze (EMS), migliorando la preparazione e il coordinamento degli attori che intervengono nella gestione dei disastri naturali e di origine antropica, rafforzando la consapevolezza dei cittadini sulla prevenzione dei rischi e la gestione delle crisi. Oltre all’Agenzia per la Ricostruzione della Regione Emilia – Romagna, vi prendono parte le Regioni del territorio italiano eleggibile: Abruzzo, Friuli Venezia-Giulia, Marche, Puglia e Veneto e le Contee croate di Split - Dalmazia (che rappresenta il Lead Partner, RERA S.D.), Istria, Zara, Sibenik-Knine Dubrovnik.

Restauro in Tour

IL SALONE INTERNAZIONALE DEL RESTAURO E LA RESTORATION WEEK iniziative del progetto ‘Restauro Made in Italy’ promosso da MAECI e ICE - Agenzia presentano Restauro in Tour. L'Edizione live and digital si svolgerà Giovedì 4 Marzo 2021 - H. 11:30 presso il Salone San Nicola Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura Corso Cavour, 2 – Bari. Diretta streaming al link www.restorationweek.it/pressconference e sulle pagine Facebook Restauro - Salone Internazionale Restoration Week.

Nuovo drone DJI Mavic 2 Enterprise con camera termica per operazioni critiche

La DJI, azienda cinese leader nel mercato dei droni per scopi ludici, oramai affermata anche nel campo dei droni per operazioni più complesse, molto utili anche nel campo del Patrimonio Culturale, ha il suo nuovo prodotto: DJI Mavic Enterprise Advanced. Le novità rispetto ai precedenti droni enterprise sono molteplici tra cui la camera, il sistema di posizionamento e vari accessori. La camera con un sensore da 1/2'' 48 MP, zoom digitale fino a 32x e una camera termica con risoluzione 640x512, frame rate di 30 Hz e zoom digitale fino a 16x può tornare molto utile nell'analisi termografica con notevoli applicazioni nello studio dei manufatti architettonici, specie se storici, perché consente di vedere al di là della superficie opaca scoprendo, ad esempio, discontinuità materiali e strutturali e quindi la presenza di cavità, vuoti, tamponature, occlusioni o anche antiche aperture. Un'altra utilità può essere anche una ripresa termografica di pareti e soffitti di ampia estensione per il rilievo del grado di umidità, dovuto ad infiltrazioni non definibili dalla colorazione degli intonaci, con indubbio vantaggio per stabilire ampiezza e profondità d’intervento su affreschi, tinteggiature e crescita spontanea di vegetazione a macchia sui tratti murari di rovine ed edifici storici e le relative variazioni subite nel corso del tempo.

La SIFET porta avanti un Benchmark per la segmentazione delle nuvole di punti del patrimonio su larga scala

La mancanza di dati di benchmarking per la segmentazione semantica degli scenari del patrimonio digitale sta ostacolando lo sviluppo di soluzioni di classificazione automatica in questo campo. I dati Heritage 3D presentano strutture complesse e classi non comuni che impediscono la semplice implementazione dei metodi disponibili sviluppati in altri campi e per altri tipi di dati. La classificazione semantica dei dati 3D del patrimonio aiuterebbe la comunità a comprendere e analizzare meglio i gemelli digitali, nonché a facilitare i lavori di restauro e conservazione.

Le antiche Moschee Saudite subiscono un restauro storico prima della riapertura turistica

La Royal Commission for Al-Ula (RCU) ha annunciato di trovarsi nelle fasi finali dei lavori di restauro delle antiche moschee di Hamad Bin Yunus e Al Zawiyah, nella città vecchia di Al-Ula. Nonostante sia stata per oltre 800 anni un punto di sosta per i pellegrini alla Mecca, perché situata vicino alle antiche rotte commerciali di spezie e incenso, la città è stata abbandonata all'inizio degli anni '80. La RCU si impegna a lavorare seguendo gli standard internazionali di "Best practice" nel restauro e nella conservazione. Sta quindi lavorando a stretto contatto con esperti internazionali e con la comunità di Al-Ula, non solo per ripristinare le moschee e altri siti, ma anche per comprendere meglio le tecniche di costruzione tradizionali originariamente utilizzate. Sulla base della ricerca archeologica e delle conversazioni con la comunità,la RCU ed i suoi partner sono stati in grado di eseguire i restauri utilizzando metodi e materiali tradizionali. Nel ripristinare i tetti delle moschee, il team di restauro ha utilizzato travetti in legno di tamarisco di provenienza locale, che sono stati poi alternati con rami di foglie di palma (jarid) e stuoie di foglie di palma (hassir). Per la parte superiore dei muri sono stati utilizzati di mattoni di argilla cruda e paglia, per fornire una protezione storicamente accurata contro gli elementi atmosferici. Il Dottor Abdulrahman Al Suhaibani, Consulente per l'Archeologia e il Patrimonio presso l'RCU, ha dichiarato: "Dai luoghi di sepoltura preistorici alla Concert Hall di Maraya, e dai regni pre-islamici di Dadan e Lihyan al centro storico islamico, siamo entusiasti di celebrare e condividere l'oasi culturale che è Al-Ula con il mondo". E poi ha continuato dicendo: "Mentre esploriamo e facciamo nuove scoperte in oltre 22.000 km2 di patrimonio, ci impegniamo a proteggere e preservare l'incredibile storia umana di Al-Ula a beneficio sia dei residenti che dei visitatori. Queste due moschee un tempo erano vitali per la loro comunità e non vediamo l'ora che riuniscano le persone ancora una volta".

Lavoratori che riparano il tetto della Moschea di Hamad Bin Yunus (foto di Asharq Alawsat).

“Ötzi the iceman” al Museo Archeologico dell’Alto Adige

Nel cuore della città di Bolzano, tra Piazza Walther e Piazza delle Erbe, vale a dire nella sede odierna del Museo Archeologico dell’Alto Adige, si inaugura in questi giorni la mostra permanente dedicata ad Ötzi, l’uomo del Similaun, vissuto circa 5.300 anni fa. Il motivo fondamentale per cui questa esposizione museale, disposta su ben tre livelli, viene inaugurata è per ricordare l’anniversario del ritrovamento della mummia preistorica in questione, denominata appunto Ötzi come il nome della catena montuosa delle Alpi Venoste, le Ötztal Alps tedesche, dove venne trovato il 19 settembre 1991.

Progetto dell'ICR "Restaurare sott'acqua" a Baia: campagna 2020

Il 6 luglio 2020 nell'Area Marina Protetta-Parco Sommerso di Baia (Parco Archeologico dei Campi Flegrei), sono iniziati i lavori di restauro di un ambiente pavimentato con un mosaico policromo. L’ambiente faceva parte di un complesso edilizio che il responsabile dell’AMP, l’archeologo Enrico Gallocchio, ha denominato “Terme del Lacus”.  Il mosaico è caratterizzato da un impianto decorativo di tipo geometrico a ottagoni e motivi floreali. La cornice che contorna il mosaico è costituita da quattro fasce: quelle perimetrali sono monocrome con tessere bianche, mentre quelle interne presentano campiture rettangolari policrome. Il pavimento presentava uno stato di conservazione critico dovuto principalmente a fattori meccanici, legati alla deformazione del piano pavimentale, che presentava un tormentato profilo ondulato e due ampie lacune. Già nel 2018 l’ICR era intervenuto con un pronto intervento conservativo che aveva fatto capire l’urgenza di avviare una campagna di restauro. 

Biblioteca Classense di Ravenna. Uno studio affronta il degrado del materiale cartaceo

I dati sul deterioramento di molte collezioni librarie e cartacee sono preoccupanti. In particolare si stima che una grande percentuale (70-85%) di materiali, prodotti tra il 1850 e il 1950, sia soggetta a un rapido degrado tanto da far ritenere improbabile che rimanga accessibile ai lettori nel XXI secolo.

Il degrado è sicuramente una funzione delle proprietà della carta, dell'instabilità delle materie prime utilizzate per la sua fabbricazione nonché delle condizioni di conservazione e di utilizzo. Per poter pianificare adeguati programmi di conservazione è quindi fondamentale valutare attraverso indagini l'entità del deterioramento delle collezioni.

Il Salvator Mundi è davvero di Leonardo?

Pubblicati dopo un decennio i dettagli delle analisi condotte durante il restauro sul dipinto per chiarire materiali e tecniche pittoriche ma la controversia sull'attribuzione e i tanti misteri intorno all'opera continuano.

Per molti studiosi il Salvator Mundi, un dipinto a olio su tavola di noce, formato 66 x 46 cm, riportato a splendore dalla restauratrice Dianne Dwyer Modestini  tra il 2007 e il 2011, è certamente un capolavoro di Leonardo da Vinci. Uno dei venti dipinti di Leonardo sopravvissuti ai secoli e pervenuto sino a noi. La datazione proposta lo colloca tra il 1490 e il 1519, anno della morte di Leonardo. Un dipinto cui ricondurrebbe un'incisione senza titolo, dove si legge: 'Leonardus da Vinci pinxit', riferita a un secondo stato di Wenceslaus Hollar e datata 1650.
La raffigurazione di Gesù Cristo in abiti rinascimentali, è quella di "Gesù salvatore del mondo e signore del cosmo". Raffigurato frontalmente, a mezza figura, mentre leva la mano destra per benedire. Quel che è sicuro è che dal dipinto si emana una sensazione, questa sì definibile leonardesca, che insieme rimanda al mistero, all'enigma, alla bellezza, a un Dio che si propone all'uomo pur nella potenza con mitezza. Secondo Maurizio Bernardelli Curuz “ non è un re, che tiene in pugno il Creato e l'umanità, ma un padre e un fratello generoso. Ha perso l'atteggiamento maestoso e severo; non ha trono”.
Per molti altri invece le cose non starebbero proprio così, nel contesto di una riuscita e sofisticata operazione di marketing artistico si tratterebbe piuttosto di una copia o di un dipinto di altro autore, al limite un'opera che può essere stata concepita da Leonardo ma eseguita in bottega da suoi allievi.

Cooperazione Internazionale in Archeologia e patrimonio culturale storico dell'Iran

Nell'ambito della collaborazione congiunta internazionale «Iran-Italia» per il rafforzamento e lo sviluppo sostenibile della conservazione del patrimonio culturale, storico e artistico e del turismo dell'Iran, la Società Turistica «FOTROS» sta provvedendo alla programmazione per l'invio delle delegazioni archeologiche nelle zone e nei siti archeologici e storici dell'Iran per una analisi preliminare delle strutture che necessitano di un intervento di restauro e/o recupero.