Restauro aperto alla ex chiesa di Santa Marta al Collegio Romano

Restauro aperto alla ex chiesa di Santa Marta al Collegio Romano

Visite guidate al nuovo laboratorio di restauro dell'Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro. Il laboratorio di restauro allestito dall’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro all’interno dell’ex chiesa di Santa Marta al Collegio Romano e nello spazio dell’ex Coro delle Monache ospiterà per l’anno 2017-2018 opere che appartengono al mondo dei dipinti murali e in particolare degli affreschi.

Restauro Aperto è stato concepito proprio per la rendere il pubblico partecipe alla vita di un cantiere di restauro e accrescere sempre di più nel visitatore (cittadini, studenti, turisti) la consapevolezza dell’importanza della conservazione del nostro patrimonio.

Le opere in restauro a Santa Marta
Si tratta di dipinti ad affresco che, per diverse vicende, hanno subito danni o trasformazioni che hanno causato modifiche significative del loro stato.
Un dipinto murale (affresco, tempera, olio) nato per essere un’opera immobile, stabile e ben ancorato alla muratura, verticale o orizzontale che sia, può distaccarsi fino a finire a terra con spessori variabili, può finire in frantumi a seguito del crollo completo delle strutture su cui è stato realizzato o anche diventare una sorta di quadro quando viene staccato o strappato dal muro. È quest’ultima una soluzione estrema che si attua in occasione di gravi minacce di crolli o anche in casi di distruzione delle architetture a cui appartenevano. Operazione tipica ad esempio in occasione dei terremoti.

Sono proprio questi i tre casi che si è scelto di presentare nel nuovo spazio di restauro dell’ISCR:

A - i dipinti cinquecenteschi ancora esistenti sulla parete di fondo dell’ex coro delle Monache: gli affreschi fanno parte di un ciclo unitario, realizzato forse dopo l’acquisizione nel 1561, che è stato oggetto di restauro alla metà degli anni ’90 lasciando irrisolto il problema del trattamento delle lacune. L’intenzione è quella di procedere ad una revisione operando secondo i criteri della reintegrazione di un testo pittorico che, a tutt’oggi, si ispira ai principi enunciati da Cesare Brandi nella Teoria del restauro (1963); 

B - i preziosi frammenti romani, circa 7.000, provenienti da un grande impianto termale di una villa, oggetto di successive fasi di sistemazione e ampliamento dall’età tardo-repubblicana (II sec. a.C.) fino al suo definitivo abbandono alla fine dell’età giulio-claudia (I sec. d.C.) recentemente emersi nello scavo condotto dall’Università di Tor Vergata. Il tema della ricomposizione dei frammenti è presente nell’ISCR fin dai primi anni della sua fondazione e ha visto un momento di particolare coinvolgimento con il restauro dei dipinti delle volte crollate di San Francesco ad Assisi nel terremoto del 1997;

C - il dipinto staccato dal Casino della morte di Palazzo Farnese raffigurante Narciso alla fonte, opera di Domenico Zampieri detto il Domenichino (1581-1641) datato tra il 1503-1505, estratto dal muro nel 1826.  Con il dipinto di Domenichino si affronteranno prevalentemente problemi di pulitura e reintegrazione.

Le visite del pubblico e delle scuole si svolgeranno con prenotazione dal martedì al venerdì (eccetto festivi infrasettimanali) dalle 11.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 16.00. La durata della visita sarà di 1 ora per gruppi di massimo 25 persone.

La prima domenica di ogni mese la chiesa di Santa Marta sarà aperta al pubblico con prenotazione dalle 10.00 alle 16.00.

La prenotazione deve essere effettuata almeno un giorno prima della visita. Prenotazioni sul sito Eventbrite.

Per maggiori informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


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Fonte: Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro

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