Al Getty un laboratorio pratico sull'arte fiorentina del trecento

gettyIl Workshop pratico di ricerca fiorentina è un nuovo progetto del Getty Conservation Institute che cerca di comprendere meglio la pratica artistica del Trecento fiorentino e di come i materiali scelti dagli artisti che lavoravano sia nella pittura su tavola sia nei manoscritti illuminati influenzano l'aspetto attuale, la stabilità e la conservazione di queste opere. Gli scienziati del Getty Conservation Institute, in collaborazione con i conservatori e curatori del J. Paul Getty Museum, hanno condotto studi approfonditi su oltre trenta manoscritti illuminati e dipinti su tavola come parte di un iniziativa multidisciplinare che si conclude con la mostra "Firenze all'alba del Rinascimento: Pittura e Illuminazione, 1300-1350", in mostra al Getty Center dal 13 novembre 2012 al 10 feb 2013 e alla Art Gallery of Ontario dal 16 marzo al 13 giugno 2013.


Nei primi anni del 1300 Firenze visse un periodo di creatività senza precedenti, la prosperità, l'espansione urbana, e l'innovazione intellettuale. Durante questo periodo, la città è emersa come uno dei principali centri della cultura artistica, forse meglio esemplificato dal lavoro di Giotto, la cui notevole produzione di affreschi e dipinti su tavola ha ispirato la creazione della scuola fiorentina dei suoi seguaci. Nel tentativo di ampliare la conoscenza della pittura in questo periodo, questo progetto ha riunito storici dell'arte, restauratori, curatori, e gli scienziati per esplorare la più ampia comunità di pittori e miniatori di opere dipinte e manoscritti del primo Trecento a Firenze.

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Pacino di Bonaguida, seguace di Giotto, è stato un artista estremamente prolifico e versatile, che ha lavorato sia come pittore su tavola che come un illuminatore di manoscritti. Attivo a Firenze dal 1300 circa fino al 1340, Pacino ha dominato il mercato dei manoscritti miniati della città, producendo molte delle prime copie illustrate della Divina Commedia di Dante Alighieri, così come il Laudario di Sant'Agnese. Dato il gran numero di opere attribuite a Pacino, è generalmente accettato che egli deve aver assemblato un laboratorio di artisti che hanno lavorato nello stile d'arte del maestro. 

Quattro notevoli opere della bottega di Pacino e un dipinto su tavola conosciuto come il Tabernacolo Chiarito, rappresentano il nucleo dello studio. L'opportunità di studiare le opere di un singolo artista su due differenti supporti è stata la base per uno studio scientifico e tecnico per comprendere meglio la collaborazione artistica e la pratica in laboratorio del XIV secolo Firenze, e di come i materiali e le tecniche impiegate in ciascun mezzo possano aver influito l'aspetto e l'invecchiamento delle opere nel tempo.

Per esaminare più a fondo la natura della collaborazione, sono stati esaminati lavori aggiuntivi da parte di Pacino e il Maestro delle effigi domenicane su entrambi i supporti. In totale sono state studiate 31 opere: 24 attribuite a Pacino (diciassette luminarie e sette dipinti su tavola) e sette attribuite al Maestro dellle effigi eominicane (quattro miniature e tre dipinti su tavola).

Il progetto si pone quindi i seguenti obiettivi:

- aumentare la comprensione della pittura su tavola e delle tecniche dei manoscritti illuminati e la pratica di laboratorio nei primi mesi del Trecento Firenze;

- studiare in che misura sono stati utilizzati pigmenti e tecniche pittoriche tradizionalmente riservati ai dipinti su tavola in miniature di manoscritti, e viceversa;

- esplorare il lavoro di Pacino di Bonaguida e dei suoi collaboratori e in che misura le singole mani artistiche possono essere differenziate attraverso l'analisi dei materiali;

- utilizzare i manoscritti illuminati meglio conservati per approfondire la nostra comprensione e la conservazione dell'aspetto originario di opere su pannelli che sono stati modificati nel corso del tempo;

Il progetto coinvolge diversi partner e prevede l'applicazione di numerose tecniche di indagine analitiche e di imaging per indagare la tecnica pittorica e la storia conservativa delle opere.

 

Fonte e credits immagini: Getty Conservation Institute 

 

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