Il Foro Romano oggi rappresenta un esempio eccezionale di continuità del patrimonio culturale a livello mondiale. Il suo status di massima protezione possibile tra i monumenti italiani e la sua precoce inclusione nella lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO, dal 1980, ne sono testimonianze. Grazie alla sua notevole sopravvivenza materiale, l'area è stata oggetto da sempre di ampie ricerche, documentazione, restauro e conservazione, ma, soprattutto negli ultimi due secoli. storici, archeologi e conservatori di primo piano sono stati al centro del dibattito sulla sua sopravvenienza e sulla filologia dei monumenti che vi sono compresi.
Benché numerosi noti antiquari e storici lo abbiano preceduto, l'architetto e archeologo Giacomo Boni (1859-1925) è stato originale ideatore, perfino avveniristico, del metodo di approccio e trattamento del sito, e dei monumenti romani in generale, durante il suo non breve mandato di direttore degli scavi del Foro Romano, durato dal 1898 al 1925. Il suo talento, esplicato nel triplice ruolo di architetto, di archeologo e di conservatore, ha fondato uno standard, per l'epoca esemplare, di ricerca avanzata, di documentazione e topografia accurate, nonché metodi, tecniche e misure di prevenzione e conservazione adottate, oltre che responsabilmente efficaci, innovative e tuttora validamente progettuali nella catalogazione identificativa. Gli sponsor della conferenza DHARMA hanno privilegiato l'analisi e l'approfondimento della ricerca archeologica e degli interventi conservativi sul Foro durante il mandato di Giacomo Boni, poiché il suo lavoro riflette tuttora le prime buone pratiche archeologiche nella storia del restauro monumentale e per inquadrare la discussione sul suo apporto in argomento ne sono stati selezionati alcuni precedenti ed alcune influenze a campione sulle emergenze del sito.
Il 24 Febbraio 2022 per il ciclo “Dialoghi in Curia”, promosso dal Parco Archeologico del Colosseo, è stato presentato il volume dal titolo “From Pen to Pixel. Studies of the Roman Forum and the Digital Future of World Heritage”, a cura di Patrizia Fortini e Krupali Krusche, edito da L’Erma di Bretschneider. Il volume raccoglie la lunga esperienza di collaborazione scientifica con la University of Notre Dame (Indiana, USA) ed, in particolare, con l’istituto DHARMA - Digital Historic Architectural Research and Material Analysis Lab - dell’Università di Notre Dame, istituto diretto dalla prof.ssa Ing. Krupali Krusche, per eseguire il rilevamento architettonico delle realtà monumentali del Foro Romano, tramite l’uso della tecnologia Laser Scanner e la fotografia ad altissima risoluzione. Pubblicato nel 2021 è il frutto di una ricerca che risale al 2014- 2018 e ne è scaturito un volume denso e corredato da una serie di disegni in prospettiva, assonometrie, sezioni stratigrafiche, disegni di dettaglio, che. dopo decenni, vengono pubblicati per una più ampia platea di lettori, in confronto al rigore degli archivi del Ministero della Cultura e delle più penetranti indagini dei curatori storici. Tra i diversi interventi nella giornata di conferenze in proposito è da ricordare quello di Daniele Manacorda (professore di Archeologia nelle Università di Siena e Roma Tre) e a lungo membro del Comitato scientifico di Archeomatica, che ha così evidenziato l'obbiettivo di ricerca nel libro: “La trama di fondo del volume, dall’analogico al digitale, affianca, confronta, associa la migliore tradizione documentaria con i più raffinati prodotti dell'innovazione tecnologica. L’armonia sta nel fatto che l’una non esclude l’altra, ma anzi la vivifica, la potenzia, innanzi tutto verificandone l’altissimo livello di esecuzione. Mi sembra questa una condizione assai moderna, una condizione che ci richiama al senso stesso dell’innovazione tecnologica che non ci fa attardare su ciò che può essere migliorato che va dunque necessariamente avanti, ma al tempo stesso ci conferma della validità di una tradizione che non va perduta perché i suoi punti di forza sono ancora operanti”.
Parte di tale importante documentazione grafica, mai pubblicata in precedenza, costituisce l’apparato illustrativo a corredo dei saggi scientifici e consta di una serie completa di viste panoramiche, prospetti e piante in formato nuvola di punti 3D, fotografie Gigaplan, disegni al tratto e acquarelli. L’introduzione di Irina Bokova, Direttore generale dell’UNESCO negli anni di svolgimento del progetto, sottolinea l’impegno profuso dall’organizzazione internazionale per la conservazione del patrimonio culturale materiale e immateriale, anche attraverso gli strumenti digitali, già a partire dal 1992 con il varo del programma Memory of the World. La partnership Parco archeologico del Colosseo / Università di Notre Dame si inserisce appieno tra gli obiettivi di lungo termine UNESCO, quale nuova sinergia per la ricerca, la sperimentazione e l’utilizzo di tecniche non distruttive per la documentazione e la valutazione dello stato di conservazione dei monumenti, verso un'indicizzazione del rischio. Ha sottolineato a sua volta inoltre come la digitalizzazione sia un momento strategico per lo sviluppo dell'uso e del riuso del patrimonio culturale, uso e riuso che rappresentano attualmente le armi più potenti nella finalità della tutela del patrimonio e che ovunque implicano la consapevolezza, la conoscenza e l'interazione tra passato e futuro.
From Pen to Pixel. Studies of the Roman Forum and the Digital Future of World Heritage
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