Un patrimonio artistico di inestimabile valore storico, finora inaccessibile al pubblico, ora diventa visibile. Sia pure attraverso la tecnologia. È quanto consente di fare la prima piattaforma digitale dedicata al ciclo di affreschi trecenteschi, in corso di restauro, della “Grande Sala Dipinta di Giovanni Visconti”, nel Palazzo Arcivescovile di Milano.
Il ciclo di dipinti, attribuibile a pittori lombardi che fecero propria la lezione di Giotto nel suo ultimo passaggio a Milano, era emerso già ai primi del Novecento. Gli affreschi sono poi stati riscoperti nelle ultime trasformazioni post belliche. La conoscenza attuale e la riscoperta dell'importanza storico-artistica di questo ciclo è stata casuale quando, nel 2011, un canale di gronda ostruito ha fatto tracimare l'acqua nel muro di mattoni e ha fatto fiorire la superficie a tempera portando alla luce una figura femminile, a fianco di un grande camino. In seguito a questo evento, altre parti degli affreschi sono state riportate alla luce e studiate dalla professoressa Serena Romano dell’Università di Losanna e dal professor Marco Rossi dell’Università Cattolica.
Al di là del grande pregio artistico, la conoscenza di questo ciclo di affreschi contribuisce a riscrivere un pezzo della storia milanese del Trecento in cui Azzone Visconti intendeva fare di Milano una delle più splendide tra le capitali della cultura, in grado di rivaleggiare con la stessa Avignone. Un patrimonio che non è però visibile al pubblico, data la sua collocazione, parte in spazi di servizio degli appartamenti del Vescovo e parte in un sottotetto degli stessi.
L'urgenza di mettere in sicurezza gli affreschi che, fino a pochi mesi fa, erano a rischio perdita per le loro condizioni di conservazione e la volontà di rendere visibile a tutti questo patrimonio nascosto ha spinto la Soprintendenza e l'Arcidiocesi a interrogarsi su come reperire le risorse necessarie.
Ne è nata così, nella primavera del 2015, una partnership con l’Università Cattolica - in particolare con City Innovation Lab dell'Alta Scuola Impresa e Società (Altis) fondato da Federica Olivares che si occupa di Place Branding e di valorizzare l'identità dei luoghi attraverso interventi culturali, e con il dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell’Arte - per costruire, anche con la collaborazione dello spin-off del Politecnico di Milano Thingk, un progetto innovativo che, oltre a portare attenzione e risorse economiche al restauro degli affreschi, potesse finalmente restituire e raccontare alla città e a un pubblico internazionale questo meraviglioso patrimonio.
Il progetto Milano-Augmented Identity. Una nuova piattaforma per la fruizione digitale dei Beni culturali, che ha ricevuto il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo, sarà presentato giovedì 10 novembre alle 17 a Palazzo Litta, in corso Magenta 24 a Milano.
L’evento di lancio della piattaforma “Milano Augmented Identity” sarà aperto dai saluti istituzionali di Antonella Ranaldi, Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Milano; Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano; monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura e la Carità dell’Arcidiocesi di Milano; Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore; Maria Grazia Mattei, Fondazione Cariplo; Michele Coppola, responsabile Attività Culturali Intesa Sanpaolo.
Modera Federica Olivares, fondatore City Innovation Lab/Altis Università Cattolica del Sacro Cuore
Intervengono: Carlo Ratti, Director, MIT SENSEable City Lab Founding Partner, Carlo Ratti Associati; Umberto Tolino, fondatore di Thingk, spin-off di Interaction Design del Politecnico di Milano; Luca Ponzio, Haltadefinizione, Digitalizzazione per la fruizione dei beni culturali; Marco Rossi, direttore Scuola di Specializzazione in Beni storico-artistici, Università Cattolica del Sacro Cuore; Carlo Capponi, direttore Ufficio Beni Culturali della Curia di Milano.
Fonte: City Innovation Lab/Altis