Visitare un museo e condividere la propria esperienza sui social network. Da questa semplice idea prendono spunto le Invasioni Digitali, che quest'anno giungono alla quarta edizione. Dal 22 Aprile all'8 Maggio 2016 i musei, i siti archeologici e tanti altri luoghi del patrimonio culturale italiano saranno invasi da gruppi di giovani e da tutti gli interessati a far conoscere e valorizzare l'immenso patrimonio culturale diffuso su tutto il territorio italiano. Armati di smartphone, macchine fotografiche e videocamere condivideranno la propria invasione permettendo, attraverso il web, di far conoscere il patrimonio cultura e promuovere una cultura digitale, di apertura e diffusione del patrimonio culturale. Il tutto a partire dall'hashtag #invasionidigitali che permetterà di raccogliere tutto il materiale condiviso.
Il motto di quest'anno punta sulla felicità, intesa come condivisione della cultura tra le persone: People + Culture + Sharing = Happiness.
"Crediamo - si legge nel manifesto - che l’applicazione al settore dei beni culturali delle nuove forme di comunicazione partecipata e della multimedialità, sia da considerare una occasione irrinunciabile per garantire la trasformazione delle istituzioni culturali in piattaforme aperte di divulgazione, scambio e produzione di valore, in grado di consentire una comunicazione attiva con il proprio pubblico, e una fruizione del patrimonio culturale priva di confini geografici e proiettata verso un futuro nel quale la condivisione e il modello dell’open access saranno sempre maggiori".
Chiunque può contribuire diffondendo l'iniziativa o organizzando egli stesso un'invasione in un museo o luogo del patrimonio. Sul sito è già disponibile il calendario delle prime invasioni programmate: http://www.invasionidigitali.it/calendario-2016/
Abbiamo chiesto a Marianna Marcucci, co-founder delle Invasioni Digitali come vede l'iniziativa in vicinanza della nuova edizione.
In questi anni come è cambiato secondo voi l'approccio all'uso delle tecnologie digitali e alla condivisione delle esperienze di visita dei musei?
L'approccio alle tecnologie è cambiato radicalmente negli ultimi anni grazie soprattutto alla facilità di utilizzo e alla diffusione di tecnologia a costi accessibili. Un approccio nuovo che è avvenuto soprattutto grazie ai dispositivi mobili, alla diffusione dell'utilizzo della rete in mobilità. Oggi le persone hanno una dimestichezza pressoché totale con questi dispositivi e con la socialità mediale. Poi ci sono i social media che hanno consentito di condividere hic et nunc un pensiero, un'attività, un'emozione, un'esperienza e così la visita di un museo, un'opera d'arte, persino un selfie vengono non solo immortalati (complice, finalmente da maggio 2014 anche il Decreto Franceschini che ha liberalizzato le foto nei musei ad uso personale) ma condivisi sul momento. E quella condivisione non è soltanto la condivisione di una esperienza, di una emozione, ma diviene un tramite - visuale - di passaparola digitale per il museo. Questo, per fortuna, l'hanno compreso anche i nostri musei. Il "capitale" digitale di una condivisione è potenzialmente infinito. Fornire una wifi ad accesso libero nei musei, dovrebbe oggi essere considerata una strategia di comunicazione essenziale, perché si può favorire la condivisione sui social nel momento in cui si sta vivendo un'emozione. La vera rivoluzione, però, non è solo tecnologica; quello che è cambiato è il modo con cui le persone si relazionano tra loro e con i musei, musei che sono diventati non più solo luoghi per conservare ma luoghi per conversare.
Cosa vi aspettate dalla quarta edizione delle Invasioni Digitali?
Credo che le Invasioni Digitali siano diventate un fenomeno ormai radicato ma che ha ancora un enorme potenziale. Grazie agli invasori, e alla rete di Ambassador che lavorano in ogni regione italiana e all'estero, abbiamo organizzato oltre 1200 invasioni in tutta Italia e all'estero, coinvolgendo oltre 50.000 persone e promuovendo il nostro patrimonio con una intensità mediatica che nasce dal basso mai vista prima. L'anno scorso abbiamo lanciato l'esperimento delle Invasioni 3D in Sicilia con le Università di Catania e Palermo, contribuendo a creare contenuti digitali in grado di produrre "valore" culturale (si trattava di modelli 3D di reperti e monumenti archeologici). Quest'anno procederemo su questa strada, allargando la sperimentazione, perché Invasioni Digitali è anche un gioco, divertente, ma soprattutto un momento di formazione e studio. Ogni invasione diventa occasione per sperimentare, per trovare modi sempre diversi di coinvolgere le persone, per scoprire luoghi ancora sconosciuti. Come nel viaggio dell'Eroe il racconto procede con colpi di scena, drammi, gioie e avventure così nei nostri musei i reperti diventano i nostri eroi e ci raccontano delle storie attraverso gli invasori.
Ci aspettiamo di riuscire ad essere sempre di più quello strumento di Audience Engagement che permetterà ancora maggiori interazioni fra le persone e le organizzazioni culturali, per farli vivere in continua comunicazione. Ci aspettiamo di far entrare i musei nella vita delle persone, perché ne avranno capito i bisogni e sapranno specchiarsi in essi, sia online che offline.
Un grazie enorme lo dobbiamo a tutti i nostri Ambassador, impegnati ogni giorno a rendere le Invasioni Digitali sempre più appassionanti.