Digitalizzazione 3D delle opere del Museo Egizio di Torino

Digitalizzazione 3D delle opere del Museo Egizio di Torino

Il Museo Egizio di Torino, uno dei musei egizi più antichi ed importanti al mondo, recentemente riaperto con un nuovo allestimento, ha aperto le porte ad una iniziativa di digitalizzazione in 3D delle proprie opere.

Il progetto, realizzato dalla società Digital Maison, ha impiegato scanner 3D portatili nella Sala dei Re del Museo, quella che contiene i migliori capolavori della collezione, allestita dallo scenografo Dante Ferretti.

Durante la scannerizzazione delle opere le attività si sono alternate tra sculture e manufatti di dimensioni diverse, dal piccolo Ushabti, piccole statue che costituivano parte importante delcorredo funebre ), agli elementi decorativi di dimensioni medio piccole (Pyramidion, Stele di Ra-Harakhty), statue di media dimensione (Nefertari e Pendua), fino a sculture più grandi, la celeberrima Sfinge, Tutmosi, il Cartiglio, Horemheb e Amon, oggetto di una scansione molto critica.

Il rilievo in 3D è stata effettuato con lo scanner Artec Eva, facile e maneggevole, che ha consentito di operare in condizioni di lavoro particolarmente complesse dovute alla grandezza delle statue o materiali difficili come per la texture molto scura del Tutmosi, l'impossibilità di movimentazione di alcuni pezzi o la delicatezza dei reperti.

Diverse le criticità incontrate per ogni opera, in particolare per quelle molto grandi per le quali sono state create delle strutture di sostegno per l'operatore. Per la Sfinge, posizionata contro un muro a specchio, è stata eseguita la scansione 3D compensando le parti mancanti impiegando lo spazio negativo e le differenze per completare la modellazione. Lo scanner ha permesso anche di acquisire i colori come nel caso del Thutmosis con texture nera e geroglifici.

 

Parte consistente del lavoro è consistito nella post produzione dei dati. I risultati verranno diffusi prossimamente.

 

Fonte: DigitalMaison http://digitalmaison.net/, 3dprintingindustry.com
Foto: Mauro Ujetto

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