L’innovazione tecnologica che si è sviluppata in questi ultimi dieci anni ha giocato, e sta giocando, un ruolo fondamentale nell’ambito della promozione, disseminazione e valorizzazione del patrimonio culturale.
Sotto la spinta di questa innovazione, i Beni Culturali del Bel Paese godono di una nuova fase di vitalità. Le nuove tecnologie consentono oggi di rendere più flessibili, versatili ed eterogenei gli approci, i metodi e gli studi rivolti al patrimonio culturale. Sebbene questa innovativa fase conoscitiva consenta, da una parte, di migliorare la comprensione del patrimonio culturale e, dall’altra, renda più accessibile e fruibile i monumenti italiani, alcuni filoni di studio faticano a stare al passo con l’evoluzione tecnologica, come ad esempio quello dell’Archeologia Subacquea, in particolar modo quando si parla di disseminazione, fruizione e valorizzazione del patrimonio sommerso.
Nonostante ciò non mancano le iniziative in questo ambito: negli ultimi anni sono stati numerosi gli sforzi di individui chiave per lo studio e la conoscenza del patrimonio sommerso, personaggi che hanno dedicato, o dedicano tutt’ora, la propria vita con passione e dedizione al mare; e in particolare a ciò che si trova sotto di esso.
Sono passati all’incirca settant’anni dal primo intervento di archeologia subacquea con finalità scientifiche in Italia, quando, sotto la direzione di Nino Lamboglia negli anni 50’, si esplorava la famosa nave romana di Albenga, con una strumentazione allora rivoluzionaria: l’autorespiratore.
Da quel periodo, le strumentazioni tecnologiche impiegate nell’ambito dell’archeologica subacquea hanno raggiunto livelli allora impensabili, permettendo ai professionisti del settore di lavorare sempre più in sicurezza, autonomia e con maggior dettaglio conoscitivo. Ai giorni nostri, le tecnologie a disposizione degli “archeologi del mare” per la conoscenza, la tutela e la salvaguardia del patrimonio archeologico sommerso, sono di gran lunga più versatili, accessibili e di facile impiego, nonché promettenti per la promozione rivolta al grande pubblico, basti pensare alla recente creazione di un tablet ad uso marino.
I numerosi progetti avviati in quest’ultimo ventennio in seno all’archeologia subacquea hanno messo in luce non solo la bellezza di un patrimonio inestimabile che giace sul fondo del mare, ma anche la condizione latente in cui versa quest’ultimo: molto spesso indagato, documentato, analizzato, preservato e tutelato, ma senza essere pienamente valorizzato. L’assenza di un organo centrale che organizzasse queste attività, fortunatamente non ha impedito a ricercatori, studiosi, scienziati e istituzioni di avviare i numerosi progetti sino ad ora realizzati, come, ad esempio: Archeomar, Arrows, Restaurare sott’acqua, Sesmap, Thesaurus, Blumed, PortusLimen Project, Carta Archeologica del Salento, Visas, Cosmap e tanti altri.
L’avanzato livello raggiunto dalle tecnologie digitali consente non solo un ampio supporto alla ricerca dei beni sommersi, ma apre anche nuovi scenari per la disseminazione e la fruizione del patrimonio culturale sommerso.
La società mediaGEO, editrice delle riviste GEOmedia (www.rivistageomedia.it) e Archeomatica (www.archeomatica.it) magazine trimestrale open access dedicato alla tecnologie per i beni culturali, vuole riflettere assieme ai principali esponenti del settore circa le potenzialità delle nuove tecnologie applicate al Patrimonio sommerso, con un numero interamente dedicato alle tecnologie più innovative applicate alla ricerca archeologica subacquea per il rilievo, la documentazione, la diagnostica, la conservazione in situ, la tutela e la valorizzazione dei beni archeologici sommersi.
L’auspicio principale di questo numero tematico è la creazione di nuove sinergie che riflettano sulle nuove possibilità di comunicazione dell’archeologia subacquea, sulle opportunità e i limiti attuali della fruibilità del patrimonio sommerso, sull’uso delle tecnologie applicate all’archeologia subacquea e sulle prospettive future offerte dalle nuove possibilità di fruizione digitale del patrimonio sommerso.
Temi della proposta editoriale
• Nuove tecnologie per la prospeziona archeologica subacquea: Echosounders idrografici - Sonar a scansione laterale (SSL), Sub Bottom Profiler (SBP), Multi Beam Echosounder (MBES)
• Tecnologie digitali per il rilievo dei beni archeologici sommersi
• Rilievi fotogrammetrici e videometrici digitali dei siti archeologici sommersi
• Strumenti, dispositivi e software per la ricostruzione 3D di oggetti, manufatti e paesaggi sommersi
• Trattamento e analisi del dato digitale per l’elaborazione di cartografia tematica
• Mappatura, Cartografia, DEM, DEF, GIS, georeferenziazione e posizionamento dei beni sommersi
• Sperimentazione di strumenti, materiali, metodologie e tecniche per la conservazione e il restauro in situ
• Interventi di recupero, conservazione e restauro del patrimonio sommerso
• Osservazione da satellite per l’individuazione di evidenze archeologiche sommerse
• Robotica: ROV, DPV, AUV e droni per l’archeologia subacquea
• Tecnolgoie per la fruizione, valorizzazione e esplorazione virtuale dei siti archeologici sommersi
• Turismo archeologico: percorsi, musei e parchi archeologici sommersi
Informazioni
- Deadline invio abstract: 31 Maggio 2018
- Deadline invio articoli: 15 settembre 2018
- Pubblicazione di Archeomatica 3 2018: 15 Ottobre 2018
Gli interessati possono scrivere direttamente a
Si ricorda che la rivista è open access.