Laser scanner e droni aiutano a studiare gli antichi decori esterni della rocca di Vignola

Laser scanner e droni aiutano a studiare gli antichi decori esterni della rocca di Vignola

Tracce in luce è un progetto di studio per la ricomposizione e la valorizzazione degli affreschi che nel Quattrocento impreziosivano le mura esterne della rocca di Vignola, Modena. 

Lo studio ha impiegato tecnologie innovative per l'indagine e la divulgazione unite a tradizionali metodologie della ricerca e della rappresentazione grafica. Tecnologie di rilievo come laser scanner 3D e droni sono stati applicati allo studio delle antiche decorazioni di cui ora rimangono solo alcuni frammenti.
In seguito alle analisi condotte alla rocca le decorazioni sono state ricostruite virtualmente offrendo per la prima volta l'aspetto originale del monumento. Tale restauro virtuale è stato successivamente valorizzato grazie alla tecnica del videomapping che dal 5 al 12 settembre ha permesso di divulgare i risultati del progetto e di far conoscere al pubblico l'antico aspetto della Rocca.

Il progetto Tracce in luce è stato inserito dalla Fondazione di Vignola nel più ampio piano di manutenzione, consolidamento e restauro della torre del Pennello della rocca di Vignola chiamato Tutti i colori del pennello.
Tracce in luce ha ottenuto il patrocinio del Segretariato del Ministero dei beni e delle attività culturali della regione Emilia Romagna e il patrocinio dell’Unesco, International Year of Light 2015.

 

Rilievo scanner vignola

 

L’idea di Tracce in luce è nata dall’intuizione della restauratrice Natalia Gurgone, curatrice e responsabile del progetto che ha coinvolto e coordinato un team di professionisti ed esperti di diverse discipline.
La profonda conoscenza delle fonti documentarie, storiche e iconografiche di Achille Lodovisi, Direttore del Centro di Documentazione della Fondazione di Vignola, è stata integrata e completata dalle indagini sul campo.

Le decorazioni quattrocentesche con motivi architettonici e araldici, oggetto del restauro conservativo, erano infatti visibili solo in forma frammentaria ma, nelle epoche passate, tutto l’apparato decorativo era stato descritto da una cronaca vignolese del 1704 - che lo descriveva con dovizia di particolari - e da alcuni disegni acquerellati realizzati nel 1931 dal restauratore Ginogiano Mandrone.
Le flebili tracce sulle pareti della Rocca e i documenti storici ritrovati sono stati la fonte di ispirazione per il progetto Tracce in luce e hanno guidato l’attento lavoro di indagine compiuto da una “squadra” di storici, restauratori, topografi e architetti, per giungere alla ricomposizione del disegno e dei colori degli antichi decori mediante il confronto tra le
informazione storiche e la realtà dei frammenti ancora visibili, censiti grazie ai rilievi compiuti con tecnologie all’avanguardia.
Come spiega la restauratrice Natalia Gurgone “le tecnologie impiegate sono state scelte per acquisire una documentazione dettagliata degli affreschi, fondamentale per la decodifica dell’apparato decorativo della Rocca. La scelta è stata dettata anche dalla specificità del luogo, dato che le indagini sono avvenute ad un’altezza di 30 metri”.

 

Drone in volo

 

Il partner tecnologico individuato è stata la società Akhet Srl di Roma che ha lavorato integrando due tecniche: il rilievo tridimensionale con laser scanner 3D per ottenere il modello tridimensionale geometricamente accurato delle pareti esterne della Rocca e la fotografia da drone per avvicinarsi e documentare i frammenti delle decorazioni.
Il modello tridimensionale della torre del Pennello e delle facciate ovest e sud della Rocca è formato da una nuvola di punti 3D a maglia centimetrica, con un elevato grado di dettaglio dei particolari architettonici, che ha fornito dati molto precisi per il calcolo delle superfici degli intonaci quattrocenteschi ancora presenti sulle pareti da sottoporre al restauro conservativo.
Il rilievo ravvicinato fotografico e video con l’ausilio di una fotocamera installata su drone - un piccolo elicottero radio comandato e dotato di una fotocamera digitale reflex per fare foto e video ad alta risoluzione - già da tempo impiegato per la cartografia degli scavi archeologici, ha trovato in questo progetto la prima applicazione in rilievi di superfici complesse come le facciate e le torri di una rocca.
Per Tracce in luce questa tecnica è stata fondamentale perché ha permesso di riprendere gli elementi decorativi a distanza molto ravvicinata, senza ricorrere a ponteggi, e di trovare nuove microscopiche tracce di affresco. Dove non è arrivato il drone, sono arrivati gli occhi dei restauratori, grazie al ponteggio successivamente costruito per il restauro della torre del Pennello.

 

rocca videoproiezione


Grazie ad un attento lavoro di analisi e confronto dei dati emersi, i decori sono stati ricomposti graficamente attraverso l’integrazione di tecniche di rappresentazione grafica tradizionale (con la tecnica dell’acquarello sui prospetti sud e ovest della Rocca) e di tecniche digitali con l’impiego del video-mapping.

Grazie alle video proiezioni architetturali, i decori quattrocenteschi sono tornati ad illuminare virtualmente le pareti della Rocca di Vignola. Un video di 12 minuti della regia di Natalia Gurgone consente di apprezzare con sensibilità la raffinatezza delle tecniche di esecuzione e le intenzioni delle maestranze che dipinsero le decorazioni originali, illustrando al contempo l’affascinante percorso di tutta la ricerca condotta.
Nel progetto Tracce in luce sono stati invitati tre artisti contemporanei (Cronotopos di Massimiliano Amati e Una memoria di Pietra di Elio Castellana e Maurizio Bartolini) ad intervenire con un video ad hoc concepito dagli artisti dopo una residenza di alcuni giorni in stretto rapporto con la Rocca e Vignola. La proiezione sulle pareti propongono una lettura ed interpretazione inedita di questo meraviglioso luogo storico, vivo e fertile ancora oggi.


Valerio Massimo Manfredi, presidente della Fondazione di Vignola e noto archeologo e autore di successo di opere di narrativa e saggistica, sottolinea così l’importanza di Tracce in luce: “Fino a qualche anno fa conoscevamo le antiche decorazioni della Rocca solo attraverso frammenti “archeologici” e fonti documentarie. Ora invece, grazie ai risultati di Tracce in luce, abbiamo un’idea precisa dell’aspetto quattrocentesco della Rocca e possiamo immaginarcela quale doveva essere: un fiero vessillo colorato di rosso, bianco e verde (i colori degli Estensi) che dominava l’intera vallata del Panaro”.

 

Fino al 18 ottobre 2015 presso la Rocca di Vignola in Pizza dei Contrari, 4 a Vignola, sarà possibile visitare la mostra dedicata al progetto "Vedere oggi, come nel Quattrocento, i decori esterni della rocca di Vignola".
Tracce in luce. La mostra ripercorrerà le tappe principali degli studi e delle indagini che hanno permesso l’interpretazione e la ricomposizione dei frammenti dei decori esterni. Saranno presentate le ricerche d’archivio ed esposti alcuni dei documenti storici che attestano la presenza e le vicende dei decori. La mostra illustrerà inoltre le innovative tecnologie impiegate per le indagini e vedrà il suo culmine nell’esposizione delle tavole a grande scala, dipinte a mano con la tecnica dell’acquerello, in grado di restituire la resa pittorica quattrocentesca.

 

Un video sul progetto, realizzato con l'ausilio del drone è riportato di seguito, in fondo alla notizia.

Ulteriori informazioni sul progetto  Tracce in Luce: www.tutticoloridelpennello.it 

 

Fonte: Fondazione Vignola

 

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