Luigi Scaramuccia, giunto alla descrizione di San Luigi dei Francesi a Roma, scriveva nelle ‘Finezze dei pennelli italiani’ (Pavia 1673): “Con l’occasione di ritrovarsi quivi non vollero mancare di accostarsi alla Cap(p)ella di S. Matteo la quale veramente è d’uopo confessarla bravamente colorita dal Pennello del Caravaggio.” La Vocazione di San Matteo può considerarsi il dipinto per eccellenza tra i quadri a più figure raccolte attorno ad un tavolo, che sempre hanno catturato l’immaginazione della critica caravaggesca del romanzo di formazione dell’artista, leggendario in Stendhal, e di una breve vita violenta da perseguitato, perfino nella segregazione.