Il quinto riquadro nell’ultimo registro in basso a sinistra del mosaico pavimentale della cosiddetta Casa di Aion a Nea Paphos (Cipro), il piu’ lacunoso di tutto il rivestimento, apre il suo testo soltanto leggendo la terza Ode Pitica di Pindaro: Asclepio bambino porge un piatto di frutta a Chirone sul Monte Pelio - a sinistra Sileno a cavalcioni dell’asino - mentre Nesso con la lira, nella parte destra, inganna l’amata Deianira.
E’ in questa favola, finora la piu’ oscura, che l’iconografia di tutto il contesto pavimentale sembra rivelare la chiave etica della colpa della superbia, che e’ il tradimento del dono divino della sapienza. Un’ampia lacuna non lascia determinare se sul carro, del quale solo una ruota e’ evidente dietro ai centauri, sieda o meno Dioniso errante di ritorno dall’India, la cui ebbrezza meccanicisticamente regoli la virtus.