Nuove tecniche per studiare i rotoli carbonizzati di Ercolano

coupe papyrus artificaUn'équipe internazionale di ricercatori del CNR francese (Istituto di ricerca e di storia dei testi), del CNR italiano e dell'ESRF (Sincrotrone di Grenoble) ha recentemente compiuto un passo in avanti per studiare rotoli di papiro sepolti dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. e scoperti ad Ercolano 260 anni fa.

Grazie ad una nuova tecnica di imani non invasivo per raggi x, i ricercatori hanno potuto far apparire delle lettere greche nascoste all'interno di un rotolo carbonizzato. I risultati ottenuti hanno ugualmente permesso di fornire un'ipotesi sull'identità dell'autore del testo. Questi lavori interdisciplinari sono stati pubblicato il 20 gennaio in "Nature Communications" e lasciano sperare che, nel futuro, l'insieme dei papiri della biblioteca antica d'Ercolano potranno essere decifrati.

Durante l'eruzione del Vesuvio che ha distrutto Pompei, centinaia di rotoli di papiro sono stati sepolti sotto diversi strati di materiali vulcanici. Una biblioteca intera è stata scoperta 260 anni fa ad Ercolano. Certi papiri che la componevano sono stati come fossilizzati e sono pervenuti fino a noi. Questi costituiscono un tesoro culturale unico poiché non esiste senza dubbio altra copia dei testi che essi contengono.

 

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Questi rotoli carbonizzati sono estremamente fragili, i tentativi per aprirli e leggerne il contenuto rischiano di frammentarli e distruggerli.
Durante gli ultimi decenni differenti tecniche di imaging sono state messe in opera per tentare di leggere i papiri senza srotolarli, invano sino ad oggi. In questa pubblicazione, i ricercatori hanno presentato una nuova metodologia che ha permesso loro di decifrare diverse lettere e parole all'interno di un rotolo senza danneggiarlo.
L'inchiostro utilizzato nell'antichità era fabbricato a partire da carbone ottenuti da residui di combustione. Questo ha una densità quasi identica a quella della foglia di papiro bruciato che rende difficile distinguere mendiante l'impiego classico dei raggi x.
La tomografia X in contrasto di fase utilizzata in certi lavori permette di meglio recepire la differenza tra l'inchiostro e la carta utilizzando la differenza d'indice di rifrazione. Questa tecnica spiega ugualmente il fatto che l'inchiostro non penetra nelle fibre vegetali e le lettere formano quindi un leggerissimo rilievo sulla superficie della carta. Questa differenza di qualche centinaia di micron permette di amplificare il contrasto tra le due componenti del rotolo e di far apparire le lettere.
Studiando tramite CT due papiri di Ercolano uscite dalla collezione dell'Istituto di Francia i ricercatori hanno potuto leggere delle parole situandosi al di sotto di diversi strati di carta o su delle spire del rotolo deformate e incollate tra loro. Sono anche riusciti a ricostruire una alfabeto greco quasi completo in un papiro ancora avvolto.

 

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L'analisi dello stile di scrittura e il confronto con un testo studiato precedentemente hanno permesso di avanzare delle ipotesi sull'età del rotolo carbonizzato e sul suo autore: potrebbe contenere un testo del filosofo epicureo Filodemo, redatto nel primo secolo a.C. nella sua scuola.

Questa tecnica avanzata permette di rivelare le tracce di inchiostro in un rotolo di papiro carbonizzato senza compromettere la sua integrità attesa da tempo. Srotolandolo di più sarà possibile ottenere l'immagine di un papiro nel suo insieme in qualche ora di analisi sotto la linea luminosa del sincrotrone. Più avanti potranno essere decifrati l'insieme dei testi filosofici contenuti nei rotoli della celebre Villa dei Papiri di Ercolano.

 

Immagini:

© CNRS-IRHT UPR 841 / ESRF / CNR-IMM Unité de Naples
Sezione tomografica nel volume del papiro. Le sequenze di lettere trovate si trovano in unao strato nascosto del frammento.

© Bibliothèque de l'Institut de France / Photo D. Delattre
Veduta d'insieme del rotolo PHerc.Paris.4 (lunghezza 16cm).

© CNRS-IRHT UPR 841 / ESRF / CNR-IMM Unité de Naples

Parte dell'alfabeto ricostituita dal papiro PHerc.Paris. 4.
Le lettere rilevate dalla tomografia a raggi X in contrasto di fase sono sulla prima e sulla seconda linea. Sulla terza linea si trovano le lettere ottenute da infrarossi da un altro papiro. Il confronto tra i due alfabeti ha consentito di identificare lo stile di scrittura del rotolo. La quarta riga mostra i caratteri greci in stampa maiuscolo.

 

Guarda  di seguito il video sulla ricostruzione in 3D dei rotoli studiati.

 

Fonte: CNRS

 

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