Dal restauro della Fontana del Nettuno nasce la piattaforma ICT per gestire il ciclo di vita dei Beni Culturali

Restauro della Fontana del Nettuno, Bologna
Comune di Bologna

Per mantenere in salute la Fontana del Nettuno, una volta concluso il restauro in corso, è in arrivo una Sacher: si chiama così la piattaforma di gestione del ciclo di vita dei Beni Culturali ed è l'acronimo di Smart Architecture for Cultural Heritage in Emilia-Romagna.

Un'opera come il Nettuno, terminata nel 1565, ha alle spalle una storia di quasi cinquecento anni durante i quali è stata ritoccata e restaurata, ma si tratta di una storia poco conosciuta. La “cartella clinica” di un bene culturale, infatti, non si trova tutta nello stesso luogo: spesso le informazioni sono eterogenee e conservate in luoghi fisici diversi, ma sono tutte essenziali in vista di un restauro straordinario o per programmare la manutenzione ordinaria.

La raccolta di questi dati quindi può portare via molto tempo prezioso: ecco perché una piattaforma facilmente accessibile e che contiene tutta la storia pregressa di un bene culturale e che viene aggiornata continuamente, è fondamentale. E' proprio questo l'obiettivo del progetto Sacher i cui partner si sono aggiudicati un bando POR-FESR 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna finalizzato al sostegno di attività economiche e di ricerca e sviluppo industriale, declinato anche nell'ambito dei Beni Culturali. La Giunta comunale di Palazzo d'Accursio ieri ha deliberato la partecipazione del Comune al progetto, chiudendo quindi il cerchio dei partecipanti con l'obiettivo di sviluppare la piattaforma, che sarà pronta nella primavera del 2018. Oltre al Comune di Bologna (che metterà a disposizione personale e attrezzature per un valore complessivo di 3.500 euro), i soggetti che partecipano al progetto sono: Laboratorio in rete-Tecnopolo-CIRI ICT dell'Università di Bologna (capofila); il Centro Interdipartimentale di Ricerca Industriale Softech dell'Università di Modena e Reggio Emilia, l'agenzia per l'innovazione Centuria (Cesena) e le realtà private Imola Informativa (Imola), Engineering Ingegneria Informatica (Roma) e Leonardo (Casalecchio di Reno, Bologna).

Il progetto Sacher concentrerà il suo studio su due beni culturali: il Palazzo del Podestà e la Fontana del Nettuno. Per entrambi si raccoglieranno tutte le informazioni contenute oggi in archivi diversi e si collegheranno i dati, arricchiti da immagini e potenziati con tecnologie che consentono la navigazione tridimensionale. Cliccando su un braccio del modello 3D della statua del Gigante, per esempio, si potranno recuperare tutte le informazioni relative agli interventi di restauro e manutenzione intervenuti nei cinque secoli di vita dell'opera. Tra cent'anni, poi, chiunque dovrà programmare un intervento saprà, con un clic, cosa è successo prima e potrà quindi lavorare nel rispetto dell'opera originaria. La piattaforma, dovendo contenere un numero elevatissimo di informazioni provenienti da fonti eterogenee, si baserà su tecnologie Cloud per garantire ampia integrabilità, scalabilità ed efficienza.
La nascita della piattaforma Sacher, esportabile e utilizzabile su qualsiasi bene culturale, consentirà la programmazione puntuale della manutenzione ordinaria della Fontana del Nettuno, per la quale esiste un contributo di Unindustria che, grazie alle potenzialità operative previste da Sacher, permetterà di mantenere in salute il Gigante per gli anni successivi alla fine del restauro.
Il programma di ricerca Sacher sarà presentato anche durante un seminario pubblico in programma il prossimo 29 settembre e per il quale si stanno concludendo i dettagli organizzativi.

Nel frattempo procedono i lavori del restauro della Fontana del Nettuno che per il periodo natalizio sarà già tornata a risplendere, anche per festeggiare i 450 anni da quando, il 16 dicembre del 1566, la statua fu collocata sul piedistallo. Proseguono anche le visite guidate al cantiere, inaugurate lo scorso 26 luglio: l'adesione è stata straordinaria. Nel primo mese di apertura al pubblico, Bologna Welcome, che gestisce le visite guidate, ha registrato quasi 1.200 accessi con il tutto esaurito ad ogni singola visita e sono già numerose le prenotazioni per le prossime settimane. La maggioranza di visitatori accolti proviene dal nostro Paese, circa il 90%, ma anche buona parte di turisti stranieri ha approfittato di questa opportunità unica.
Inoltre domenica 4 settembre inaugurano gli open day: dalle 10 alle 18 chi lo desidera potrà, senza l’obbligo di prenotazione e gratuitamente, entrare in cantiere o ritornarvi per seguire lo stato dei lavori. Le operazioni di pulitura delle parti lapidee e bronzee sono infatti ormai in fase avanzata ed è stata completata anche la pulitura del capo del Nettuno.
A fine restauro saranno anche alimentati tutti e 38 gli zampilli grazie al nuovo impianto idraulico e di depurazione dell'acqua, che avrà finalmente la pressione regolabile e necessaria per un'opera delle dimensioni del Nettuno. “Proprio in questi giorni – spiega Dora Catalano dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro di Roma, che cura il restauro – un team di ingegneri idraulici dell’Università di Bologna e l’ISCR stanno lavorando alla progettazione del nuovo impianto idraulico, grazie al quale la fontana potrà recuperare i suoi antichi giochi d’acqua”.

Come funzionano le visite guidate
Le visite guidate sono programmate da lunedì a venerdì alle ore 10; sabato, seconda e quarta domenica del mese alle ore 16 (durata visita massimo 60 minuti).
Il cantiere può accogliere al massimo 35 persone a visita (8 bambini tenuti per mano).
La visita, effettuata sia in italiano che in inglese, è possibile a fronte dell’acquisto di un biglietto del costo di 5€.
La prenotazione è obbligatoria presso l’Info Point di Bologna Welcome, P.zza Maggiore, 1/E (lun.-sab. h. 9-19; domenica e festivi h. 10-17) o su nettuno.comune.bologna.it
Dal mese di settembre, su prenotazione, è possibile effettuare visite guidate ad orari diversi e per gruppi precostituiti e inoltre, ogni prima e terza domenica del mese, open day dalle 10 alle 18 con visita libera al cantiere.

 

Fonte: Comune di Bologna

 

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